“L’ora più fredda”. Paci al suo primo romanzo
La formazione politica, sentimentale e alpinistica di un giovane cittadino a metà degli anni Settanta. Questo succede nel libro “L’ora più fredda” edito da Solferino e in questi giorni nelle librerie. Ne è autore il milanese Paolo Paci che affronta il suo primo romanzo e si conferma tra i più fertili autori di libri di montagna e di viaggio come si può rilevare dalla bibliografia in Wikipedia dove sono elencati 26 titoli dovuti alla sua agile penna, compreso quest’ultimo.
“Il romanzo parla di montagna, e di molto altro”, spiega Paci che da poco ha assunto la direzione del bimestrale della Domus “Meridiani Montagne”. “Parla di cose che abbiamo condiviso in tanti: politica, sentimenti, passioni in quegli anni Settanta che allora erano terribili, e adesso impariamo a guardare con tenerezza”.

Marco, figlio di una famiglia piccolo-borghese cresciuto ai margini di un quartiere operaio, non è mai stato in montagna. Per questo, quando grazie a una gita dell’oratorio vive la sua prima notte stellata in alta quota, è potentissima la scoperta del profumo del bosco, delle stelle così vicine, di un senso di libertà mai provato prima.
E’ una scoperta, quella di Marco, che continua negli anni, intrecciandosi all’amicizia con Martino, figlio di operai e talento naturale dell’alpinismo anche grazie al rapporto forte con il padre, fervente comunista e ancor più fervente scalatore. Il legame tra i due ragazzi si approfondisce di anno in anno e di cima in cima, dalle falesie del Lecchese alle Alpi Retiche, al Monte Bianco, al gruppo del Brenta.
Peccato che tra gli entusiasmi dell’adolescenza e i dilemmi della maturità si apra per i due amici una voragine. Un evento traumatico che della montagna rivela il volto più duro, quello della fatalità che non lascia scampo. Per Marco e Martino si pone una scelta ineludibile: lasciarsi travolgere, o stringere i denti e cercare una nuova vetta? Ma anche nell’ora più fredda, è la conclusione del romanzo, si può trovare la forza di rinascere, un nuovo senso della vita, persino l’amore.

Attraverso decenni e luoghi fondamentali per la nostra storia collettiva, il romanzo di Paci racconta il mestiere di crescere: tra gli amici, tra le montagne. E disegna un’educazione sentimentale, politica e alpinistica. Un’esperienza letteraria che l’autore affronta per la prima volta mettendo a frutto anche la sua conoscenza delle tecniche alpinistiche avendo ripetuto molti itinerari classici su roccia e ghiaccio delle Alpi, pubblicato manuali di alpinismo, articoli e racconti sulle maggiori testate alpinistiche italiane.
Numerosi i libri di Paci sulle esperienze di viaggio: da “Alpi, una grammatica d’alta quota”, che indaga sulla ricchezza linguistica della catena alpina, a “Cuochi, artisti, visionari” che, partendo da una indagine gastronomica tra Valtellina e i Grigioni svizzeri, finisce sulle tracce dei grandi artisti, da Segantini a Giacometti.
In “Evitare le buche più dure” confluisce invece la lunga esperienza di Paci come viaggiatore professionale: è un libro che rivela i meccanismi del giornalismo di viaggio, i rapporti con la pubblicità, la vita delle redazioni dietro le quinte. All’insegna del viaggio è anche il libro fotografico “Borghi e villaggi del mondo”. “Il deserto dei non credenti” è poi un racconto itinerante nel Negev israeliano.
Tra i libri di alpinismo di Paci va segnalato nel 2015, in occasione del 150º anniversario della conquista del Cervino, “Nel vento e nel ghiaccio”, in cui il racconto in prima persona della scalata si coniuga a un’ampia ricerca storica e geografica. Alle grandi cime delle Alpi e alla storia e cultura dei fondovalle sono dedicati tre libri che hanno scalato le classifiche dei best seller: “Il respiro delle montagne”, “4810. Il Monte Bianco: le sue storie, i suoi segreti” (Premio Bancarella Sport), “L’orco, il monaco e la vergine”, indagine sulla complessità dell’Oberland, cuore ghiacciato d’Europa. Nel 2017, in occasione del centenario della disfatta di Caporetto, Paci non si lasciò infine sfuggire l’occasione per pubblicare “Caporetto andata e ritorno”, racconto di viaggio dalle Alpi Giulie slovene al Monte Grappa, sulle tracce di un esercito in ritirata. (Ser)