Campo dei Fiori sconvolto. Solo colpa del global warming?

“Migliaia di alberi caduti, pinete rase al suolo e sentieri cancellati. Non si sta parlando della tempesta Vaia del 2018 che ha lasciato in eredità alle Dolomiti simili scenari, bensì della bufera che i primi di ottobre 2020 ha creato danni enormi al Campo dei Fiori in provincia di Varese”.  Così comincia l’articolo “Campo dei Fiori, camminare è un’avventura” comparso in MountCity il giorno 11 ottobre 2020. E’ il resoconto dell’ultima delle disgrazie capitate all’imponente massiccio che domina Varese e il suo lago con le sue vette, Forte di Orino, Punta di Mezzo, Osservatorio, Tre Croci, raccordate da una bella strada militare lunga circa cinque km da cui si gode una delle più belle viste sui laghi della provincia di Varese.

La sommità della montagna è stata oggetto di ripiantumazione in diversi periodi della sua storia creando aree di bosco misto di Pino, Abete e Larice intervallati da betulle e una grossa area a Faggio. La tempesta della notte fra il 2 e il 3 ottobre ha raso al suolo parecchi ettari di bosco lasciando ferite ben visibili anche da molto lontano.

C’è chi sostiene che questi eventi estremi siano dovuti al cambiamento climatico ma, se si percorrono quei sentieri devastati e si osserva con attenzione, forse qualche dubbio è lecito averlo. Negli ultimi anni sono stati almeno tre gli eventi che hanno compromesso in modo così profondo la flora del Campo dei Fiori: 

• Una malattia che ha colpito soprattutto le Aghifoglie facendo morire parecchi alberi che in pochi anni sono seccati.

• Un incendio di origine dolosa che ha trovato facile innesco nel sottobosco non mantenuto pulito e negli alberi secchi non rimossi.

• La tempesta del 2020 il cui effetto è stato amplificato dalla presenza di piantumazioni fitte di alberi coetanei ormai al limite della loro altezza. Alla forza del vento si è sommato il peso dei primi alberi che, cadendo, hanno trascinato gli altri come fossero tanti birilli.

Camminando per la strada militare, che in questi mesi non è stata ripulita e resa accessibile in sicurezza, si vede chiaramente quanto sia mancata la manutenzione del sottobosco e quanto sia mancato un progetto di riqualificazione che, nei decenni, avrebbe dovuto sfoltire il bosco coetaneo eliminando le piante secche e quelle inutili e piantumando alberi giovani in modo da aprire il bosco e renderlo meno attaccabile dal vento, dal fuoco e dalle malattie.

Colpevole non è stato il cambiamento climatico ma la visione miope di chi ha pensato che per proteggere l’ambiente basti lasciar fare alla natura… Si vedono i risultati!

Si resta sconcertati pensando quanto ci costerà riparare i danni. Come sempre il nostro paese insegue le calamità senza mettere in atto seri piani di prevenzione e senza trarre insegnamento da esperienze di gestione forestale che consentirebbero, se applicate, di mantenere in ordine il bosco a costo zero e di produrre energia. Basterebbe guardare all’Austria dove parecchi comuni vengono riscaldati e riforniti di energia elettrica dalle Biomasse ricavate dalla gestione corretta dei boschi. Esperienze che sono state accolte da anni anche dall’Alto Adige e dall’Emilia Romagna. 

Perché non a Varese?

Dario Monti

La tempesta della notte fra il 2 e il 3 ottobre ha raso al suolo parecchi ettari di bosco a Campo dei Fiori (Varese) lasciando ferite ben visibili anche da molto lontano. (Ph. D.Monti / Vie Storiche)

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