Valanga sulla Marmolada. Così è ridotto il rifugio

Il rifugio Pian dei Fiacconi sul versante fassano della Marmolada è per metà un cumulo di rovine. Parte della struttura è stata distrutta lunedì 14 dicembre da una gigantesca valanga, una delle tante scatenate nelle Dolomiti dagli accumuli delle recenti nevicate. Nessuna vittima per fortuna. Il rifugio era chiuso e da tempo non funziona più la vecchia cestovia che arrivava nei pressi, mandata in pensione dopo 45 anni e a più di 60 anni da quando Nino Graffer, pioniere del turismo invernale, aprì la prima linea Fedaia – Pian dei Fiacconi.  

Un ritorno alla natura selvaggia venne definita, in un servizio di Rainews, la possibilità di salire lassù solo con le pelli di foca. E ora la natura selvaggia si è scatenata contro questo rifugio in magnifica posizione a quota 2630 metri. Il fronte nevoso era di circa 600 metri, il distacco è avvenuto fra punta Rocca e punta Penia. La zona particolarmente ripida non ha potuto che portare la valanga con violenza verso valle fino a raggiungere il Pian dei Fiacconi.

A dare l’allarme è stato il pilota di un elicottero che si trovava a sorvolare la zona. Dall’alto ha visto chiaramente il segno lasciato dal distacco di un’enorme quantità di neve, e più a valle ha intravisto il rifugio. Era semisepolto, la sala da pranzo se l’era portata via la valanga.

Il rifugio Pian dei Fiacconi a quota 2626 metri. In apertura la struttura dopo l’impatto provocato dalla valanga scesa da punta Rocca.

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