Nozze d’oro per i “bisonti” dello sci
Le iscrizioni online sono aperte fino al raggiungimento delle 1000 iscrizioni. E’ questo l’unico limite che gli organizzatori della Marcialonga sono costretti a porsi per le nozze d’oro della corsa sugli sci che si celebrano il 31 gennaio 2021 nelle valli di Fiemme e di Fassa. Mezzo secolo fa all’esordio erano stati più di quattromila i partecipanti. All’epoca li chiamavano simpaticamente “bisonti” per il loro modo di scatenarsi alla partenza dalla piana di Moena. Ma si è poi visto che più di tanti “bisonti” non ne regge il tormentato percorso di 70 chilometri attraverso foreste e borgate in festa.
In questi cinquant’anni solo due volte non è stato possibile disputare la corsa per mancanza di neve. Il problema era che non erano ancora stati inventati i “cannoni” in grado di sparare sui prati la bianca visitatrice. Si conosceva soltanto quella elargita dal cielo. Perciò questa del 31 gennaio è la 48° edizione. Quattro sono da considerare inventori della corsa: i trentini Mario Cristofolini, Giulio Giovannini, Roberto Moggio e Nele Zorzi. Quattro amici al bar che, come canta Gino Paoli, “volevano cambiare il mondo”. E, in un certo senso, almeno quello dello sci di fondo lo hanno rivoluzionato. Erano tutti e quattro fanatici del fondo e abituali concorrenti della mitica Vasaloppet che si corre in Svezia.
In tempo di pandemia la sfida appare oggi piena di incognite. Il comitato organizzatore sa bene che quella di fine gennaio non sarà una competizione “normale’” e che gli atleti stranieri con tutta probabilità non saranno numerosi come al solito.

Ci sarà poi da valutare l’effetto psicologico che avrà il Covid sugli appassionati italiani. Ma l’intero staff diretto dal presidente Angelo Corradini non si spaventa e aggiusta il tiro offrendo massima sicurezza a concorrenti e accompagnatori. Lo sci di fondo si propone, già di per sé, come sport idoneo a rispettare le linee guida per evitare la diffusione del contagio da Coronavirus, con binari e sci che fungeranno da distanziatori sociali “obbligati” per gli atleti. La Marcialonga poi è super sicura: si corre in stile classico, lungo binari già tracciati.
E veniamo al duque. Come ogni anno il giorno di Ognissanti nelle Valli di Fiemme e Fassa coincide con il momento in cui i 27 cannoni e i 4 battipista della “flotta” appartenente alla Marcialonga tornano a far capolino dal magazzino di Ziano dove hanno riposato durante la stagione estiva, pronti per essere riavviati, condizioni climatiche permettendo, per innevare nuovamente il percorso di 70 km che congiunge Moena a Cavalese passando da Canazei e Predazzo.
Rimane fondamentale oggi la componente manuale portata in dote dai “cannonisti”, coadiuvati dall’esperienza e dal supporto del Consorzio Alta Fassa, del Centro del Fondo di Lago, del Centro Addestramento Alpino di Moena e della Scuola Alpina della Guardia di Finanza di Predazzo: senza i quali tutto ciò non sarebbe possibile. Un tempo si andava a rubare la neve con i camion in provincia di Belluno e c’erano gli alpini a stenderla sui prati tracciando un incredibile “serpentone”.

Sta di fatto che per tracciare la pista oggi occorrono circa 100.000 metri cubi di neve. E Corradini e i suoi ragazzi, nelle notti in cui temperatura e umidità diventano ottimali, si mettono all’opera per produrre la neve e dare corpo a un fondo di circa 30 centimetri, una base che servirà per poter sciare durante tutto l’arco dell’inverno, anche quando la gara non è protagonista.
Quale è il prezzo da pagare per ottenere una simile quantità di neve programmata? Gli organizzatori assicurano che per imbiancare la pista si utilizza acqua recuperata dal “troppopieno” degli acquedotti, su gentile concessione dei comuni delle Valli di Fiemme e Fassa che ne autorizzano le operazioni. Nessun danno all’ambiente anche in tempi di siccità come questi.
Il costo complessivo per l’innevamento è di circa 400 mila euro. L’esborso maggiore è rappresentato dal trasporto della neve, ancora un limite impossibile da limare. Ma l’esistenza della pista “Marcialonga”, nel complesso, dà ossigeno al tessuto economico delle due valli grazie agli indotti dettati dal turismo invernale. Senza contare la mobilitazione di alcune aziende locali che partecipano attivamente alla realizzazione della pista.
Va ribadito che il tracciato della Marcialonga non è riservato esclusivamente alla gara: nel corso della stagione invernale il percorso è pronto infatti ad accogliere i turisti di tutto il mondo che intendono cimentarsi con gli sci da fondo al cospetto delle Dolomiti.
I dati dell’ultimo periodo riguardanti la pista parlano di 102.227 passaggi nella sola stagione 2019, con una media di 1250 passaggi giornalieri, numeri di tutto rispetto che testimoniano una crescita importante del movimento fondistico. Insomma, dal 31 gennaio, Covid permettendo, si potrà sciare sulle nevi che hanno fatto la storia dello sci di fondo. Un valore aggiunto per gli irriducibili appassionati di questa specialità. E un motivo per sognare quei lontani giorni di gloria per i “senatori” della corsa ancora in vena di esercitarsi con passo alternato e passo-e-spinta. Lo stile dei “bisonti”, appunto. (Ser)
