BookCity e la montagna on demand. Una sfida riuscita

In un paese come l’Italia in cui purtroppo si legge troppo poco, non può che essere valutata positivamente la promozione scaturita dalla nona edizione di BookCity Milano. Sbagliava chi si era convinto che un grave pregiudizio sarebbe derivato dalle presentazioni quest’anno realizzate solo on line in streaming oppure on demand. Al contrario il digitale, grande novità degli ultimi mesi d’emergenza, ha giocato un ruolo chiave nell’allargare la platea della rassegna. Chi per interessi professionali o per passione s’interessa della montagna dovrebbe essere il primo a compiacersene. 

La nuova modalità della rassegna ha infatti consentito l’avvicinamento al mondo della cultura di nuovi fruitori, meno esperti ma entusiasti. Ha avvicinato un pubblico giovane, non è questo un bel risultato?

Alessandro Gogna intervistato per BookCity nella sede della Sem dal giornalista Roberto Serafin. L’intervista è on line in YouTube.

A questo va aggiunto che tra il 5% e il 10% dello share di BookCity viene dall’estero e anche questo è un aspetto interessante nel bilancio dell’edizione di quest’anno. Una percentuale destinata a salire visto che gli eventi prodotti direttamente dal festival letterario milanese resteranno per sempre sul canale YouTube di BookCity. Tale privilegio è toccato ovviamente anche alle opere legate alla montagna, vere mosche bianche in verità in questa edizione della rassegna dove si è notata l’assenza di collane promosse con largo impiego di paginoni pubblicitari da grandi gruppi editoriali. Forse ci si sarebbe anche aspettati un’adeguata celebrazione dei 150 anni della Hoepli, gloria e vanto della cultura milanese (digitando Hoepli il filtro di ricerca nel sito di BookCity non produce risultati…).

E’ toccato invece, come già in precedenti edizioni, alla Società Escursionisti Milanesi, Sezione del Cai e punto di riferimento a Milano per l’editoria in tema di montagna, fare la parte del leone ospitando le presentazioni di due opere molto particolari. Ambientati nell’austera biblioteca dedicata a Enrico Castiglioni, hanno raccolto centinaia di visite on demand in YouTube le presentazioni del libro di Angelo Recalcati “Sulle Alpi con Leonardo”, edito dalla stessa Sem,  e di “Visione Verticale” di Alessandro Gogna edito da Laterza nelle cui pagine il grande alpinista racconta vita, imprese e curiosità di famosi colleghi e la loro personalissima “visione verticale”. 

Paolo Cognetti dialoga in streaming a BookCity con Mauro Corona.

In streaming si è seguito con piacere il duetto tra due vedettes abituate a scalare le classifiche dei libri, il giovane Paolo Cognetti, premio Strega nel 2018, e il veterano Mauro Corona. L’occasione era offerta dal nuovo libro dell’estroso scrittore e scultore di Erto, “L’ultimo sorso. Vita di Celio” (Mondadori) che già occupa le hit parade della narrativa. Serio e deferente di fronte all’anziano maestro, Cognetti ha trovato anche il tempo nella lunga diretta per trastullarsi con il suo cane. E a Corona non è parso vero di potersi raccontare per un’ora senza le interruzioni della pubblicità e di inopportune presentatrici.  

Contenuti e aspetto tecnico nelle presentazioni in streaming hanno portato i lettori/spettatori nelle case dei relatori, rendendoli più umani. Si sono viste case piene di libri come quella di Cognetti e laboratori di scultura incasinati, con in primo piano un tapiro ricevuto da “Striscia la notizia”, come nel caso di Corona. Che ha messo al primo posto dei suoi interessi la scultura mentre l’alpinismo sembra che sia per lui (e non solo per lui, a suo dire) soltanto sterile esibizionismo.

Francesco Guccini

Imperdibile è stato anche l’incontro con Francesco Guccini. Si parlava del suo recente libro “Che cosa sa Minosse” (Giunti editore) e a dargli manforte era l’abituale compagno di penna Loriano Machiavelli mentre a pungolare entrambi c’era quel furbacchione di Massimo Bernardini. Un uomo simbolo di un mondo coraggioso? “Ma vaaa”, ha sorriso amaro l’ottantenne Guccini nella sua casa di Pavana nell’Appennino emiliano. “Ma non mi rammarico per la mancanza delle movide che quassù non si sono mai fatte”. 

Indovinata è stata a BookCity, infine, la scelta di non coprire la voce degli ospiti stranieri permettendo di seguirli nella versione originale, con sottotitoli in italiano, e rendendoli accessibili agli appassionati di tutto il mondo.

Resta il fatto che il nuovo pubblico, i neofiti, soprattutto giovani, più sensibili al digitale, apprezzano la fruizione da remoto perché è più informale, lontana dalle liturgie. Una fruizione, quindi, che ha una valenza intergenerazionale, apre a nuovi consumatori che non hanno regolare accesso alla cultura per motivi economici o di tempo ed è quindi inclusiva. Chi si occupa di editoria di montagna dovrà tenerne conto. (Ser)

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