Sondrio non si arrende. La frana sarà domata
Si muove, si muove. Anche nella sua relazione, l’Università di Firenze lo certifica: il pericolo che la montagna venga giù esiste eccome. No, non si ferma la frana di Spriana che da 12 anni non fa dormire sonni sereni agli abitanti di Sondrio e che va a minacciare borghi e abitati di pregio architettonico-rurale e identitario storico. “Grande frana” è stata non a caso classificata dall’Università Bicocca di Milano. Ma ora finalmente, come conferma Stefano Angelinis, consulente finanziario, consigliere comunale e coordinatore del Comitato Sicurezza e Informazione per la Frana di Spriana, le rassicurazioni del Governo rincuorano gli abitanti che pure sono atavicamente consapevoli di vivere in un territorio piuttosto fragile. Se ne sentiva il bisogno in questi tempi minacciosi ed è significativo che sia un giovane innamorato delle sue montagne come Angelinis a occuparsi con passione di questo vecchio, incancrenito problema.
Il merito della nuova svolta nell’opera di prevenzione è sicuramente del grido d’allarme lanciato a Roma dal Comitato civico circa la necessità di intervenire in fretta. Il dado è finalmente tratto. Urgono in via prioritaria opere di manutenzione straordinaria da effettuare nei manufatti realizzati a suo tempo per la messa in sicurezza della vallata. Parecchi avevano rimosso problema, anche perché sopraffatti dalle attuali emergenze sanitarie che non hanno risparmiato queste valli. Ma sembra lo stesso incredibile che per 12 interminabili anni, nonostante le allarmate valutazioni dei tecnici, quei lavori così determinanti per la sicurezza di tutti, con vari pretesti siano rimasti incompiuti.

La visita di pubblici amministratori e parlamentari sabato 14 novembre al cantiere del bypass sito all’imbocco della Val Malenco, fra le frazioni di Mossini e di Arquino, non è passata inosservata. E’ stata l’occasione che tutti si aspettavano per definire l’urgente necessità che i lavori possano riprendere e arrivare alla loro naturale conclusione.
Agli occhi dei visitatori quel giorno sono apparsi i tunnel invasi dalle erbacce, i binari dei decauville arrugginiti e in parte divelti, le reti di recinzione sfondate, cumuli di materiali edili abbandonati qua e là. Uno spettacolo da dimenticare. La Valtellina ne ha viste tante di frane, la più terribile fu quella della val Pola durante l’apocalittica alluvione dell’87, quando un’intera montagna crollò e si formò un lago subito per fortuna svuotato. E in questi giorni sulla Valfurva incombe la frana del Ruinon, definita un malato terminale al quale vengono somministrate delle cure palliative in attesa che accada l’irreparabile. Anche lassù in Valfurva occorre operare in fretta perché la faccenda non degeneri e la valle resti tagliata fuori.

La visita dei parlamentari ai lavori lasciati da anni in sospeso per il completamento del by-pass di Spriana (da Sondrio Today). In apertura piazza Garibaldi al centro del capoluogo valtellinese.
Rischi? Enormi, facilmente immaginabili. Qualcuno ha pensato: qui si rischia un Vajont, e Sondrio non deve neanche lontanamente temere di “soffiare” a Piuro il titolo di “Pompei delle Alpi” che il comune della Bregaglia “si guadagnò” 400 anni fa, il 4 settembre 1618, quando venne cancellato in poche ore da una ciclopica frana.
Ma per fortuna la svolta è arrivata. L’impegno di intervenire presso il Governo della Repubblica per definire i tempi, le modalità e gli oneri degli interventi è stato ufficialmente assunto in occasione del citato sopralluogo ai cantieri abbandonati. Si è appreso che se ne fanno portavoce i parlamentari Mauro Del Barba e Raffaella Paita, presidente quest’ultima della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati.
La risposta positiva del ministro De Micheli non si è fatta attendere nella prospettiva che si debba attingere alle risorse del recovery found. Si tratta dopotutto di opere attese da anni e non più procrastinabili, come è stato sottolineato dai rappresentanti dei Comuni di Sondrio e Spriana, Andrea Massera e Ivo Del Maffeo. Non è mai troppo tardi in effetti per saldare il conto con questi italiani che soffrono per un certo inevitabile isolamento solo in parte mitigato dai nuovi tunnel stradali nella bassa valle.
“La certezza dello stanziamento dei 100 milioni di euro necessari per la realizzazione della galleria stradale del Ruinon e l’impegno per il reperimento dei 30 milioni di euro che servono al completamento dei lavori del bypass di Spriana”, spiega Angelinis a nome del Comitato civico, “sono il risultato di un’instancabile azione svolta in questi ultimi tempi allo scopo soprattutto di fare chiarezza su una materia che di giorno in giorno andava sempre più aggrovigliandosi”.
“Oggi”, dice ancora Angelinis, “chiarezza è stata fatta e bisogna agire in fretta anche per definire le procedure da seguire se da un momento all’altro la montagna si scatena. Io stesso mi sono fatto carico di un’interrogazione alla fine del 2018 perché venisse aggiornato il Piano comunale di protezione civile. Ora anche su queste procedure, dalle quali può dipendere la vita di molta gente, si comincia finalmente a vedere chiaro”.
“Non va dimenticato”, conclude Angelinis, “che una frana, quando decide di mettersi in moto, non lascia certo molto tempo per porsi al riparo. E relativo non può che essere in quei frangenti il valore degli avvisi lanciati dal pur accurato monitoraggio effettuato dall’Arpa, espressione della Regione Lombardia che in questa operazione dovrà svolgere un ruolo di primo piano”. (Ser)
Leggi in MountCity del 12 novembre l’articolo dello storico Giuseppe Popi Miotti sulla frana di Spriana e l’appello del Comitato civico di Sondrio

A commento della notizia dello stanziamento dei 30 milioni per il bypass della frana di Spriana, Stefano Angelinis a nome del Comitato Sicurezza e Informazione per la Frana di Spriana, esprime grande soddisfazione per l’annuncio della ministra De Micheli. “Una battaglia iniziata da una semplice interrogazione al consiglio comunale di Sondrio quasi due anni fa”, scrive Angelinis, “ha in seguito sprigionato le tante energie associative e individuali del nostro territorio che hanno scelto di riunirsi in questo comitato. Lo sforzo collettivo e incessante per portare nelle opportune sedi istituzionali la nostra richiesta per la sicurezza della città assieme a quel sentimento di urgenza da noi tutti condiviso non è stato vano. Un’ennesima dimostrazione che quando la volontà è accompagnata da una profonda dedizione al servizio civico e alla propria comunità, questo e molto altro si può fare!”.