Montagne in poesia. Montagnaterapia ovunque tu sia
Tra i più convinti sostenitori della montagnaterapia sulla base delle sue esperienze di istruttore d’alpinismo, Beppe Guzzeloni mette a frutto la sua vena poetica per definire, nel componimento che segue, dove, quando e a quali condizioni è possibile e in qualche modo inevitabile trarre giovamento dall’ambiente alpino ritrovando salute, equilibrio e serenità. A patto ovviamente, raccomanda Beppe, che la montagna venga rispettata e amata.
A te che mi cammini di fianco
• Se un giorno, desto all’alba, mentre m’incammino nel silenzio del sentiero che mi accompagna tra spigoli e pilastri, mi sorride la pace in me, questa è montagnaterapia.
• Se il mio sguardo risplende nei fiori, nel canto degli uccelli, nel fischio delle marmotte, nella danza dei larici in sintonia col vento, nella cavalcata delle nuvole, nel freddo mattutino, mentre accarezzo la roccia o m’infilo i ramponi, questa è montagnaterapia
• Se palpita la vita nella luce o nella notte e in tutto in quel che vivo e che sono (almeno ci provo), se il fiato spinge mentre arranco sul pendio di neve o m’intrattengo sulla cresta guardando l’orizzonte o ascoltando da che parte arriva il vento, questa è montagnaterapia.
• Se un vento pazzo che s’irride di tutto, come l’infanzia, mi sospinge verso il mondo rendendomi più certo nel mio cammino, più sicuro nei miei salti, amico dell’ansia e della paura, questa è montagnaterapia.
• Se vivo il dolore con speranza, se accolgo la mia mancanza attraverso la parola dell’altro, se le mie lacrime s’asciugano con le carezze del sole mattutino, se arrampico alleggerito dalla brezza di mezzogiorno, questa e montagnaterapia.
• Se il mio cuore s’appresta con ritmo cadenzato a sostenere la fatica gioiosa del vivere sospinto dalla speranza di una voce nuova e dal sorriso dell’esistenza, mentre lo sviluppo della cordata s’insinua in fessure e diedri in armonia con la vertigine, questa è montagnaterapia.
• Se un giorno, d’incanto, pronuncerò il nome di quel fiore o di quell’albero, se riconoscerò la roccia che mi sovrasta e il versante che mi osserva mentre pongo i miei passi sul sentiero, questa è montagnaterapia.
• Se un giorno la montagna verrà rispettata e amata per quella che è, se non verrà oltraggiata da impianti di risalita, funivie, strade e costruzioni a fini di lucro. Se non si arrampicherà dove nidificano il falco pellegrino o il gallo cedrone grazie all’impegno di molti, questa è montagnaterapia.
• Se un giorno malati e sani si daranno la mano, se le patologie saranno cittadinanza, se le differenze saranno ricchezza, questa è montagnaterapia.
• Se un giorno il mio passo si fermerà, se un giorno dovessi vivere il mio desiderio in un altrove, se un giorno le montagne riecheggeranno i loro nomi nei miei ricordi, questa è montagnaterapia.
Beppe Guzzeloni
