Convegni. Covid 19, medici di montagna e crisi climatica

“Respira, la libertà ha un profumo” recita una pubblicità del Trentino sullo sfondo di una rigenerante veduta autunnale di boschi. Rituali di benessere, percorsi sensoriali, yoga vengono decantati “per un esclusivo detox” da una promozione dell’Alto Adige. Rigenerarsi con il movimento e l’aria pura è uno dei temi di cui si discute anche al TrentoFilmfestival. L’occasione viene offerta dal convegno “Covid e montagna” in programma mercoledì 2 settembre alle ore 17 in diretta Live Fb@satcentrale come risulta dalla locandina qui pubblicata.

Organizza, insieme con la Società Alpinisti Tridentini, la Società Italiana di Medicina di Montagna. Il simposio è curato da Antonella Bergamo, presidente della Commissione medica della Sat e vicepresidente della Società Italiana di Medicina di Montagna. Indubbiamente la materia si presta ad approfondimenti scientifici di attualità con uno sguardo rivolto alla Montagnaterapia messa un po’ in disparte nella pandemia che ci affligge anche se sul web si può leggere che “Parma nel 2020 diventa capitale italiana della Montagnaterapia” grazie a un convegno in programma dal 14 al 17 ottobre con 400 partecipanti attesi da tutta Italia.

Niente di nuovo sotto il sole comunque. Da tempo immemorabile sono sotto osservazione i requisiti terapeutici della montagna. Che non sempre e non dappertutto si rivela un toccasana mentre il virus imperversa e si ha notizia che tre rifugi sono stati chiusi, per l’emergenza Covid-19, sul versante francese delle Alpi. Ma il rapporto tra Covid e montagna di cui si parla a Trento lo si misura in diversi modi: anche, per fare un esempio, con le metodiche che rendono possibile l’assistenza da remoto.

Così si può prevedere di trasmettere in futuro da tutti i rifugi alpini dati riguardanti la salute dei frequentatori nell’eventualità in cui avessero bisogno in tempo reale di soccorso e di cure. Finora sono stati realizzati solo progetti sperimentali, ma è auspicabile che l’uso della Telemedicina in montagna diventi consuetudine. Dalle visite al monitoraggio di malati cronici o di pazienti dimessi anticipatamente, sono molteplici le possibilità offerte da questa tecnologia in ambito sanitario.

E un altro argomento è sul tappeto non solo a Trento. Che cosa imparare dalla pandemia anche per affrontare la crisi climatica che è pur sempre all’origine di tanti malesseri globali? Su questo tema è impostata l’edizione 2020 dello storico laboratorio d’idee dei Colloqui di Dobbiaco per una conversione ecologica. Se ne discute il 26 e il 27 settembre nel centro dell’Alta Pusteria (tel. 0039 0474 976 151 – info@colloqui-dobbiaco.it).

Come noto la pandemia da Covid-19 ha avuto come corollario una diffusa euforia nel campo ecologico: ha infatti mostrato che cosa è possibile quando un pericolo per tutta l’umanità viene preso sul serio. Quindi dai Colloqui di Dobbiaco ci si aspettano nuove risposte sul significato della pandemia, che tutti sperano si plachi prima possibile, soprattutto per quanto riguarda l’epocale crisi del caos climatico che continuerà a dominare i prossimi decenni. (Ser)

Il simposio è curato da Antonella Bergamo, presidente della Commissione medica della SAT e vicepresidente della Società Italiana di Medicina di Montagna.

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