Anelli d’autore. I serpenti di pietra di Marcarini

Si allarga il repertorio dei percorsi “fatti ad anello” proposti sul sito “Fatti di montagna”. Albano Marcarini ci conduce questa volta nella Val Bregaglia italiana dove, lasciata l’auto nei pressi delle solenni cascate dell’Acqua Fraggia, ci si inoltra tra Savogno e Dasile lungo sentieri dallo scrittore paragonati a serpenti di pietra, “vere opere d’arte da proteggere come un affresco o un’architettura di pregio”. E’ il decimo anello d’autore proposto da Fatti di Montagna, un’iniziativa nata da un’amichevole sinergia con MountCity che nel nuovissimo portale creato da Luca Serenthà è presente con il podcast settimanale “Fatti e misfatti” dedicato alla montagna che fa notizia.
Albano Marcarini è urbanista, milanese. Una firma molto conosciuta dagli amici della montagna. Scrive guide, compila mappe, dipinge acquerelli. Ama all’ossessione le strade e i sentieri: è stato presidente dell’Inventario delle Vie di Comunicazione Storiche. Per anni è stato animatore della Confederazione per la mobilità dolce con l’obiettivo di realizzare in Italia una rete di percorsi ‘verdi’ riutilizzando le infrastrutture abbandonate. Ha fondato il magazine Cycle! che si occupa di ciclismo e cultura della bicicletta a 360 gradi. A chi lo segue regala decine di itinerari su sentieridautore.it . Su guidedautore.it invece Marcarini raccoglie tutte le sue guide.

Savogno in un acquarello di Marcarini. In apertura: Dasile (ph A. Marcarini)
Nelle precedenti puntate Paolo Paci ci condusse tra le meraviglie della Tofana di Rozes dove nella Grande guerra i nostri soldati affrontarono sacrifici e sofferenze, Alberto Paleari ridisegnò un percorso incantevole in Val Divedro con partenza e arrivo a Iselle per ampie praterie con vista sul “Trittico del Sempione”. Poi è stata la volta del grande alpinista Alessandro Gogna con un allettante giro della Marmolada a lui tanto cara, di Enrico Camanni con il Monviso dove lo scrittore torinese è di casa, di Franco Michieli e Davide Sapienza che hanno proposto un “geopoetico” anello nel Bresciano, la Via dei Silter, parola che nel dialetto camuno significa il locale per la stagionatura dei formaggi.

Luigi Casanova, guardiano di boschi, autorevole esponente dell’ambientalismo alpino, si è offerto di accompagnaci lungo tre anelli tra gli schianti che il ciclone Vaia ha provocato in val di Fassa e di cui restano vistose tracce. Sara Loffredi, autrice rivelazione di “Fronte di scavo”, ci ha invitato a seguirla tra le suggestioni della Valle d’Aosta lungo il Ru Neuf che fa parte della via Francigena mentre Maria Anna Bertolino, antropologa, autrice del premiatissimo “Eppur si vive: nuove pratiche del vivere e dell’abitare nelle Alpi occidentali” (Meti Edizioni, 2014), ha proposto un anello che si snoda tra la Val Troncea, il Vallone di Massello (Valle Germanasca) e la Val Chisone, prendendo avvio e trovando conclusione a Pragelato.
Prima di Marcarini e della sua Bregaglia, il premio Strega Paolo Cognetti ci ha condotto in un magnifico giro nelle sue valli del cuore: la Valsesia, la valle del Lys e la Val d’Ayas. E adesso altre signore e signori degli anelli sono all’opera e presto ci sveleranno nuove meraviglie “circolari” tra le magiche Odle, nelle Dolomiti friulane, nelle Apuane, sugli Appennini, in Valtellina…
Ma non è il caso di scoprire in anticipo gli altarini. Come era stato annunciato, questo è anche un modo per non buttarsi tutti sui soliti sentieri, per evitare di trovarci in una fila ininterrotta di persone, come talvolta succedeva prima. E poi hanno sempre qualcosa di magico, gli anelli. Rappresentano, come ci ha ricordato Paolo Paci all’inizio di questa avventura, la circolarità della vita, l’eterno ritorno, la perfezione geometrica di un destino che si compie. Forse è per questo che amiamo tanto gli anelli escursionistici.
Collegare tutti i versanti di una montagna, ci ricorda ancora l’amico Paci, è un serio tentativo di penetrarne i segreti. Alla fine, ecco la magia: la nostra auto, esattamente dove l’avevamo posteggiata! Sì, perché un anello, oltre che perfetto, è anche comodo. Ci evita gli autobus, gli autostop, le corse verso una funivia che sta per chiudere. Dove abbiamo iniziato, ritorniamo, senza mai ripercorrere gli stessi passi. Anelli da scoprire con spirito di scoperta dunque. E chissà che, come avviene per le kora dei buddisti, non si rivelino anche dei piacevoli correttivi a quel modo convulso di vivere che potrebbe essere il maggior colpevole dei nostri malanni. (Ser)

La mulattiera a gradini che sale a Savogno (ph A.Marcarini)