All’ombra del Rosa San Giuseppe fa miracoli

La grande fuga dalla Lombardia, dal cuore del coronavirus, interessa ovviamente anche Macugnaga e la Valle Anzasca che si trovano nell’Ossola, a pochi chilometri dall’epicentro dell’epidemia. Una notizia in questi giorni riveste particolare attualità.  Come informa il periodico “Il Rosa” amorevolmente diretto e confezionato da Paolo Crosa Lenz, in questa situazione di grave emergenza sanitaria il paese di Anzino torna ad affidarsi ai suoi santi protettori, Sant’Antonio e San Giuseppe. Con buone ragioni, come vedremo. Per cominciare, è stata esposta la Reliquia di Sant’Antonio, mentre con una cerimonia a porte chiuse trasmessa in diretta facebook, don Fabrizio Cammelli, arciprete di Calasca e Bannio, ha esposto la statua di San Giuseppe. Saggia decisione. San Giuseppe nel corso dei secoli ha più volte protetto la comunità anzaschina dalle epidemie. A quanto si apprende, la festa del Patrocinio di San Giuseppe ha origine dal voto fatto a Roma da cento anzinesi per festeggiare il patrocinio del beato, visto che solo due di essi perirono durante l’epidemia di colera che colpì la città eterna nel 1837. A ricordo di questo primo voto, venne realizzato un quadro, tuttora esposto al Santuario di Anzino (nella foto), in cui è rappresentata la processione che si snodò dalla Basilica Liberiana di Santa Maria Maggiore alla Basilica di San Pietro in Vaticano con l’icona di “Maria Salus Populi Romani” cui parteciparono gli anzinesi allora residenti a Roma.

San Giuseppe ha più volte protetto la comunità anzaschina dalle epidemie.

Il voto venne poi rinnovato nel 1919, durante l’epidemia di spagnola che non fece alcuna vittima ad Anzino, un paese di montagna che a questo punto può dirsi davvero fortunato. Il quadro a ricordo del voto venne dipinto dal pittore Giuseppe De Giorgi di Vanzone. E’ tuttora visibile e raffigura San Giuseppe con in braccio il Bambino Gesù. Il Santo ha le braccia allargate a proteggere simbolicamente Anzino che è dipinto sotto di lui. Per rinnovare e ricordare questi voti, la terza domenica dopo Pasqua (IV del Tempo di Pasqua) viene solennemente festeggiato il patrocinio di San Giuseppe con la messa e la processione con la statua del Santo. Volendo rinnovare quindi il voto fatto dai Padri – spiegano al Santuario – Anzino si affida nuovamente a San Giuseppe, “perché protegga il paese e l’Italia intera”.

Tornando alla critica situazione odierna, un abitante di Macugnaga segnala al citato periodico diretto da Crosa Lenz: “Sono arrivate ai piedi del Monte Rosa intere famiglie con figli, mamme e nonni e questo è più che comprensibile, ma che il capofamiglia faccia la spola fra qui e la loro abituale residenza non è tollerabile. Vanno prese misure ad hoc. Le persone provenienti da zone ad alta densità epidemiologica andrebbero messe sotto controllo. Deve essere garantita una maggior tutela per tutti. E poi questa non è una vacanza, Macugnaga non ha la sua piena funzionalità. Gli impianti di risalita e bar e ristoranti sono chiusi. L’invito “restate a casa” vale anche nei paesi di montagna. Un conto è venire e poter passeggiare e magari fare le ultime ciaspolate o comunque uscire in paese, un altro conto è dover restare in casa magari in un piccolo appartamento di vacanza”. Come non convenirne? (Ser)

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