Un futuro più verde: Milano lo merita

Milano serrata nella morsa del coronavirus è in questi giorni irriconoscibile, strade e negozi e alberghi vuoti, personale lasciato a casa, esercizi chiusi, cassa integrazione, settore terziario a terra, a cominciare dagli investimenti pubblicitari e marketing perché al momento un mercato del consumo, anche culturale, non c’è. Non si tratta solo del Nord produttivo: è un problema nazionale per il peso del prodotto interno lordo, per la rete di indotto e per le relazioni familiari e sociali tra nord, centro e sud. Anche MountCity, che a Milano e alle sue montagne dedica da tempo buona parte del suo volontario operare, aderisce all’Appello per Milano e per l’Italia, una mobilitazione pubblica del Centro Internazionale di Brera, Linkiesta e il Teatro Franco Parenti per chiedere un piano nazionale straordinario in difesa delle persone, delle famiglie e delle imprese colpite dall’emergenza sanitaria. Per aderire, ecco il link al sito:
www.appellomilanoitalia.it

La certezza è che anche la passione per i monti e la natura che da sempre si annida nei quartieri, anche periferici, della città sarà un buon motivo per ritrovare, quando sarà, la Milano che conosciamo e amiamo. A cominciare da quel monte Stella, la “montagnetta” dove i soci del Cai, se non ci fosse stato il maledetto virus, sabato 7 marzo si erano dati appuntamento per portare con le carrozzelle “joelette” le persone non deambulanti in vetta e permettere loro di scoprire la varietà dei percorsi alberati. A Milano come altrove in Italia va riconosciuto che il Club alpino è una ricchezza per la società, quasi sempre in prima linea nel difendere le montagne dall’assalto dell’antropizzazione consumistica, ma anche e soprattutto nel promuovere la frequentazione di un ambiente alpino che non rappresenta soltanto uno sterile sfondo. Basti pensare che alla fine dell’Ottocento fu varata una “servitù del Resegone” per impedire in certi quartieri che le nuove costruzioni cancellassero la vista di questa montagna tanto cara al Manzoni. “Portare le Alpi al popolo” fu uno degli slogan che caratterizzarono l’operare della Società Escursionisti Milanesi agli albori della civiltà industriale. Tra gli iscritti al Cai che si sono fatti onore nell’alpinismo in tutto il mondo figurano intellettuali, scienziati, rappresentanti delle istituzioni tra i quali l’abate Antonio Stoppani, il professore di chimica del Politecnico Luigi Gabba. E poi Vigilio Inama, illustre letterato, e perfino un sindaco, “Pippo” Vigoni.

Logico che sempre più la Milano dell’Expo aspiri a migliorare la qualità della vita di chi qui vive e lavora. Si sa, tra l’altro, che tre milioni di nuovi alberi dovrebbero rendere più vivibile la città entro il 2030: è questa la sfida che la città e la sua area metropolitana lanciano, non appena la turbolenza del coronavirus sarà passata, per combattere il riscaldamento globale e offrire ai milanesi una città ancora più verde e sempre più a misura d’uomo. E’ una notizia che con piacere va ribadita in queste giornate di quasi primavera, con le meravigliose fioriture del cortile delle Grazie e di piazza Borromeo qui fotografate. Il cammino indicato dal comune di Milano è lungo e ambizioso e rientra nel progetto chiamato ForestaMi, firmato dall’architetto di fama internazionale Stefano Boeri. Attualmente a Milano sono presenti circa 500 mila alberi e 5,5 milioni in tutto l’hinterland: l’innesto di tre milioni di nuovi alberi rappresenterebbe da solo il 50% dell’intero patrimonio arboreo della città metropolitana. Il programma prevede la piantumazione di 100 mila nuovi alberi entro il 2020, 400 mila entro il 2022, due milioni entro il 2026, anno in cui Milano si misurerà con la sfida delle Olimpiadi invernali. Un impegno notevole, con la speranza che l’emergenza coronavirus non debba in qualche modo pregiudicarlo. (Ser)

Il cortile fiorito in questo mese di marzo della bramantesca chiesa delle Grazie. Nelle altre foto un dettaglio della piazza Tommaseo e il giardino di un palazzo in via XX Settembre (ph. Serafin/MountCity)

 

Commenta la notizia.