Settimane bianche da boom, merito della meteo
Davvero tra due generazioni lo sci sarà sparito dalle nostre montagne? Catastrofiche previsioni come questa andrebbero momentaneamente sospese. Dalle cifre lusinghiere pubblicate il 22 febbraio 2020 nelle pagine del Sole 24 Ore si viene a sapere che le settimane bianche hanno questo inverno registrato nelle Alpi il 15% di sciatori in più. Una buona notizia, ce n’era bisogno. Esultano albergatori, gestori degli impianti di risalita, operatori turistici dell’arco alpino. Determinante è la complicità della meteo, decisamente favorevole al turismo. Fino a oggi la stagione è considerata tra le migliori dell’ultimo decennio: il merito è dell’importante nevicata di metà novembre che ha avuto un forte impatto psicologico sulla voglia di sci e di stagione bianca. E pazienza se il bel tempo dovuto al persistere dell’anticiclone si sta rivelando deleterio per l’agricoltura in mancanza di perturbazioni e con l’incombere della siccità.
“È stato un evento che ha fatto la differenza”, spiega soddisfatta al giornale della Confindustria Valeria Ghezzi, presidente dell’Associazione nazionale degli esercenti funiviari (Anef). “Una quarantina di giornate di sole hanno creato le migliori condizioni meteorologiche per la stagione, condizioni oggettivamente uniche”. Secondo le stime dell’Anef l’incremento degli appassionati degli sport invernali rispetto la passata stagione è del 15% e in alcune località arriva al 20%. Risultato: in quasi tutti i comprensori il fatturato ha fatto segnare delle crescite a due cifre.
Un esempio per tutti. Nelle 12 vallate del “Dolomiti Superski”, il più grande comprensorio d’Italia con quasi 450 impianti di risalita e 1200 chilometri di piste, al 16 febbraio 2020 i “primi ingressi” segnavano un +15% rispetto allo stesso giorno dell’anno precedente per poi passare al +9,5% nel mese di gennaio. Aumentata anche la presenza degli ospiti stranieri. Al primo posto gli arrivi dalla Polonia, seguiti da Regno Unito, Russia, Germania e Repubblica Ceca. Purtroppo è ben diversa la fotografia che emerge dai dati Anef per gli Appennini. Qui si registra una flessione dei ricavi del 30% ma non mancano cali anche maggiori fino al 50%. E tra le stazioni più in crisi, come ha riferito a suo tempo mountcity, figura una località griffata come l’Abetone, un tempo meta prediletta degli appassionati di sci tosco emiliani.