Una nuova viabilità per la Valtellina

Come si prepara la Valtellina ai Giochi olimpici invernali del 2026? Sulla viabilità e i trasporti che da sempre rappresentano uno dei punti di maggior criticità della provincia di Sondrio e su altri aspetti della pianificazione nel breve e lungo termine si esprime Giuseppe “Popi” Miotti, scrittore, storico, alpinista, personalità di spicco negli ambienti culturali valtellinesi, con questo scritto a suo tempo pubblicato sul quotidiano La Provincia. Il tema della viabilità è, d’altra parte, prioritario anche altrove nelle Alpi mettendo di fronte a un problema non di poco conto: quello della sicurezza e del diritto alla mobilità di coloro che vivono in montagna ai quali vanno assicurati gli stessi diritti e lo stesso accesso ai servizi di chi abita nei fondovalle o in pianura. 

Molte parole, pochi fatti concreti

Leggo su La Provincia di Sondrio molti interventi circa la viabilità in valle e sulle future Olimpiadi invernali. Leggo le parole di Parolo e mi viene in mente una canzone di Mina; però il pensiero non riguarda l’odierno presidente della Provincia, Moretti, che farà quel che può, ma tutte le passate gestioni dell’ente. La Provincia? Forse non è mai esistita. Almeno nel significato che meriterebbe un ente tanto importante e che dovrebbe essere espressione, prima di tutto, di una solida unità geo-culturale. A me pare, infatti, che salvo rare eccezioni, sia sempre mancata la auspicabile e necessaria regia per portare a termine interventi pianificati di grande respiro sul territorio. Ci sono state molte parole e pochi fatti concreti tanto che, ad esempio, ancora adesso si riparla, per l’ennesima volta, di una strategia unica per il turismo. Particolarmente lacunosa l’attenzione verso due aspetti di vitale importanza per una regione alpina come la nostra: la gestione lungimirante di viabilità e trasporti e una cura del paesaggio che lo rendesse unico e riconoscibile a partire dall’architettura. Qualcosa si è mosso sulla gestione delle concessioni idroelettriche e fra le cose buone sono giunte, seppur tardive, le quattro corsie fino alle porte di Morbegno e l’aggiramento della stessa cittadina.

Resta per me un mistero come mai si sia avviato il depotenziamento delle Provincie sfornando una legge in questo senso ancor prima di aver vinto il referendum: un gesto miope e arrogante che ha portato a risparmi minimi, se questo era l’obiettivo prefissato. Mi dispiace perché avrei visto meglio una Provincia ben attrezzata e forte piuttosto che cinque comunità montane.

Da tempo c’è chi vagheggia fantascientifici collegamenti con l’Engadina o un tunnel nell’alta Val San Giacomo apparentemente senza fare i conti con i vicini di casa. Allo stesso modo si parla di tunnel dello Stelvio, ma che ne pensano veramente in Alto Adige? Altri invocano un traforo del Mortirolo fingendo forse di non sapere che una volta sulle sponde del Lago d’Iseo – ci siete mai passati? –  ci si troverebbe ancora una volta imbottigliati.

Stranamente pare invece trascurato un collegamento fra bassa Valchiavenna e Mesolcina, grande opera, anch’essa poco sentita dalla Svizzera, ma che avrebbe importanti effetti su tutto il comprensorio, Lario compreso. Ormai se si punta solo alla data olimpica è anche tardi per pensare a una ferrovia che si prolunghi fino a Bormio, a una sorta di metropolitana leggera che colleghi le nostre valli a Milano o a una strada a quattro corsie e probabilmente ci si accontenterà di soluzioni tampone. Eppure chiunque sia assiduo alla frequentazione del territorio e non giri con le fette di salame sugli occhi, non può che meravigliarsi.

Ma come? Solo ora ci si accorge che almeno dagli anni 80 del secolo scorso la strada statale stava diventando sempre più simile a una arteria cittadina? Che la rotonda dell’IPERAL, per citarne una, è un grosso problema? Che la tangenziale di Sondrio, forse unica al mondo, finisce ad un passaggio a livello e che da più di trent’anni Tirano ne necessita una? Che più o meno dallo stesso periodo c’è una frana incombente sulla strada per Santa Caterina? Che situazioni analoghe aspettano di essere improvvisamente “scoperte” (e lo saranno solo dopo che qualche danno accadrà). Che la ferrovia fa schifo ed è solo peggiorata?

Dopo i tragici eventi del 1987 una Provincia retta con lungimiranza, attenzione e magnanimità forse non avrebbe dato la priorità, fidandosi anche delle vedute un po’ corte di qualche economista, alla costruzione dei capannoni che ora impediscono ogni intervento di ampio respiro sulla viabilità di fondovalle. Allora fu sprecata una grande occasione per rivedere tutta la rete di comunicazione su ferro e su asfalto che, un po’ come le vene e le arterie del nostro corpo, costituisce l’apparato circolatorio del sistema economico.

Oggi questo sistema appare sempre più intasato da “trombi” di vario tipo a cui è difficile rimediare. Purtroppo invece si pensò a soluzioni forse d’impatto emotivo, forse paganti in termini di voti, ma che alla fine si stanno rivelando dannose per tutto il territorio. Ormai è inutile piangere sul latte versato o sui buoi scappati dalla stalla, ma credo che il passato non debba essere dimenticato né sottovalutato.

Andare in montagna mi ha insegnato a pianificare nel breve e nel lungo termine ogni mossa e sono sicuro che i nostri amministratori sono molto accorti per quanto riguarda i loro ambiti professionali; spero che altrettanto facciano per il bene della polis. So che governare non è facile e non ne sarei capace, quindi auguro loro buon lavoro e buona fortuna. Tuttavia mi pare normale chiedersi come mai ci siano volute le Olimpiadi per accorgersi del dissesto. Si agirà ancora d’urgenza come s’usa spesso in Italia e probabilmente i risultati saranno quelli che saranno, sempre che in soli cinque anni si riesca a fare qualcosa. Ancora una volta, come spesso accade, sarà “pezo el tacón del buso”?

E per tornare un attimo alle Olimpiadi, è strano come mai non si sia riusciti a inserire nel titolo della manifestazione il nome Valtellina o Bormio: Olimpiadi Milano-Valtellina-Cortina? Olimpiadi Milano-Alta Valtellina-Cortina? Olimpiadi Milano-Bormio-Cortina? Olimpiadi Milano-Valtellina-Valli di Cortina? Tanto per citare qualche possibilità.

Giuseppe “Popi” Miotti

La variante di Morbegno. In apertura una veduta da Teglio (ph. Serafin/MountCity)

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