Corsa della Bora. E i triestini mettono le ali
Pur nata solo cinque anni fa, la Corsa della Bora è ormai diventata una classica, e presenta quattro diversi tracciati, dai 16 chilometri del percorso più agevole, con soli 440 metri di saliscendi, ai 173 chilometri dell’ultratrail, che comporta un dislivello di oltre 10mila metri. In gennaio, a Trieste, duemila sono stati gli iscritti: patiti del trail running, ma anche escursionisti di più modeste pretese. Come alternativa è stato possibile scegliere il tracciato “Bora, Bike e Fun”, pedalata in Mountain Bike di 87 km e 1500 metri di dislivello, su un percorso interamente pedalabile che costeggia il tracciato della gara per lo più su stradine e piste forestali.
La corsa, che prende il titolo dal famoso e temibile vento che ciclicamente spazza Trieste, si snoda in ambienti di grande suggestione. La versione “base” tocca le caverne belliche e le trincee della Grande guerra sul monte Hermada, la precristiana grotta-tempio di dio Mitra, le risorgive del Timavo, il sentiero Rilke intitolato al poeta che qui scrisse le “Elegie duinesi”.
Il tracciato più serio impegna invece i runner anche sulle aspre salite della Val Rosandra, in un ambiente che, malgrado le altezze relativamente modeste, ha un carattere squisitamente alpino (è sede, tra l’altro, della più antica scuola di arrampicata d’Italia, creata nel 1929 da Emilio Comici). Per la prossima edizione la corsa diventerà internazionale: gli organizzatori stanno infatti già lavorando per farla sconfinare nella vicina Istria (L.S.)
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