Detox alla montanara
“Vino bianco rinfrescante” è definito, nell’offerta promozionale di un rustico bistrot della Valsassina, il contenuto di una bottiglia offerta agli avventori. “Si tratta”, viene precisato, “del detox del montanaro. Una cura non certo a base di erbe secche infuse in acqua calda. Non si può proprio sentire :)”. Ci scherzano sopra i gestori ignorando di… scherzare col fuoco. Non occorre fare parte di quei rigidi moralisti che hanno ingoiato un manico di scopa per ricordare che l’unica cura disintossicante quando si va in montagna è quella di astenersi dalle bevande alcoliche. Una terapia, tra l’altro, particolarmente indicata ai montanari. E’ infatti nelle vallate alpine e appenniniche che l’alcol non solo è più diffuso, ma produce effetti socialmente devastanti come riferisce Christian Arnoldi nel suo libro “Tristi montagne. Guida ai malesseri alpini”.
Arnoldi, che è un sociologo, si riferisce anche all’alcolismo precoce particolarmente diffuso in quota, nei villaggi dove prima di mettersi in cammino “la bocca deve saper di vino” come suggerisce un cartello rivolto agli avventori in un bar delle Apuane. Va ribadito che in Italia i più forti bevitori risiedono nelle vallate alpine, complice forse il clima più rigido di quanto non sia sulle coste e in pianura. La Valle d’Aosta è la regione in cui si beve di più in base al 16esimo Rapporto Osservasalute 2018. E’ seguita a ruota da Bolzano e dal Friuli Venezia Giulia.
Da qualche tempo a farsi carico del problema sono anche i “veci” alpini i cui figlioletti in fasce, come risulta da un loro celebre canto, “sputano il latte e bevono il vino”. O perlomeno, di questo si vantano certi sbruffoni. Saggiamente le penne nere hanno infatti adottato nel Veneto lo slogan “Basta bear bauco”: dove bear sta per bere e bauco per bacucco, babbeo. Hanno ragione gli alpini, quelli giusti. L’alcol può far diventare babbei a tutte le età e a tutte le quote. E l’ubriacatura oggi coinvolge sempre più persone, a cominciare dai giovani, e ci fa ammalare. E spesso uccide. Questo si leggeva martedì 21 gennaio 2020 nelle pagine di Tuttosalute, inserto speciale del quotidiano La Stampa.
“Sono proprio gli under 18, assieme ad anziani e donne, il target più vulnerabile. Noi italiani siamo tra i maggiori bevitori d’Europa: il 42,3% delle ragazze e il 52,5% dei ragazzi (dagli 11 ai 25 anni) ha consumato almeno una bevanda alcolica in un anno”, spiegava nelle pagine della Stampa Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio alcol dell’Istituto Superiore di Sanità. “L’alcol è una delle sostanze psicoattive più utilizzate dai nostri figli”, commentava ancora Scafato. “La maggior parte vi si avvicina troppo presto, spesso prima dei 12 anni, in genere lontano dalla famiglia”.
Nessun dubbio allora. Indicare come detox una bottiglia di “vino bianco rinfrescante” così come affermare che nelle escursioni “la bocca deve saper di vino” sono allettamenti inopportuni, espressioni da censurare. Non sembrano esistere codici di autocontrollo della pubblicità in tale delicata materia. Però esistono. Ma se venissero rispettati non sarebbe concepibile un’intera pagina a pagamento sul Giornale del 13 febbraio dedicata a un’organizzazione che porta le bevande alcoliche a domicilio (l‘app per bere! Vini birre e drink a casa tua, subito!). E cautela dovrebbe mostrare anche il Club Alpino Italiano quando nelle sue sedi si organizzano percorsi “alla degustazione di vini eroici” con l’obiettivo di “avvicinare curiosi, bevitori e appassionati dello stare insieme e della montagna e della natura al mondo del vino, sempre più spesso considerato un ambiente elitario e per gli addetti ai lavori”. Elitario sarà il mondo del vino che di eroico ha ben poco, non quello dei bevitori.
E comunque, quando si parla di bevande alcoliche è proprio meglio non scherzare col fuoco. Per ciò che può contare, noi di mountcity non ci stancheremo mai di ripeterlo. E speriamo che qualcuno ci ascolti, visto che in Facebook vengono annunciati alla fine di febbraio “tre giorni senz’alcool”, iniziativa di cui cercheremo di tenervi informati. (Ser)