Niente tagli, e la Lessinia si rimette in cammino

Oltre diecimila persone, una fiumana che non si esauriva mai, ha manifestato il 26 gennaio sulle montagne innevate nei dintorni di Bosco Chiesanuova nel Veronese contro la proposta della amministrazione regionale di ridurre di un quinto l’estensione del parco naturale dei monti Lessini. La protesta è stata silenziosa, senza bandiere, slogan o cartelli per rispettare l’ambiente e la natura. Sarebbe il primo caso in Europa – è stato detto – che un parco naturale viene ridotto. Alla fine la manifestazione, a cui ha partecipato anche una rappresentanza delle sardine, è servita: il governatore del Veneto Luca Zaia ha fatto sapere il 31 gennaio che la contestata proposta di legge, così com’è, non approderà in Consiglio per il voto finale.

Alessandro Anderloni, poeta e film maker, direttore del Festival della Lessinia, è contrario ai tagli.

I motivi della revisione dei confini chiesta dai sindaci e da alcuni consiglieri della Regione? Uno su tutte il malcontento per la gestione della fauna selvatica. E, più che il lupo (riapparso in zona nel 2012), c’entrano i cinghiali. “La presenza del parco”, ha fatto sapere l’associazione Tutela della Lessinia, una sigla di allevatori favorevoli alla nuova legge, “ha impedito di contrastare efficacemente i cinghiali: consentendo l’abbattimento in alcune aree si riuscirebbe a contenere il fenomeno”. La revisione dei confini avrebbe infatti offerto la possibilità di cacciare all’interno dei vaj, corridoi ecologici verso la pianura, polmoni boschivi della Lessinia e delle colline veronesi che, passando ad essere aree pre-parco, avrebbero ordinamento meno restrittivo per quanto riguarda la caccia che invece resterebbe comunque vietata nel Parco.

“Se diamo la possibilità a centinaia di cacciatori di entrare nei vaj, sicuramente avremo più danni all’ambiente di quelli che fanno i cinghiali”, è tuttavia l’opinione di Alessandro Anderloni, regista, film maker, poeta e autore teatrale, da un quarto di secolo direttore del Festival della Lessinia. “I problemi ci sono”, spiega Anderloni, “ma si possono risolvere senza diminuire il parco di un centimetro”. Ora lo scenario più probabile è quello di uno slittamento a dopo le elezioni. Non prima di una profonda revisione e di un piano ambientale. Anderloni avrà tutto il tempo di rimettersi alla guida del suo festival, una delle rassegne più colte e affascinanti dell’estate, in programma in agosto a Bosco Chiesanuova. “In Lessinia”, spiega, “abbiamo un passo da montanari: lungo, calmo e ben disteso E oggi la Lessinia si è messa in cammino. C’è molta strada da percorrere per affrontare il presente e il futuro, ma questa è la montagna della luce e sarà lei a indicarci la via”. (Ser)

Una fiumana di oltre 10 mila persone ha protestato il 26 gennaio contro gli annunciati tagli del Parco.

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