“Ghiaccio fragile”, a scuola sul ghiacciaio

“Dal Bianco alle aule i docenti raccontano il ghiaccio fragile” titola suggestivamente La Stampa domenica 20 ottobre. L’articolo di Enrico Martinet si riferisce al concorso sui cambiamenti climatici per la generazione “Greta” realizzato in collaborazione con il quotidiano torinese. Risulta che i professori di medie e superiori che frequentano per il terzo anno il corso del progetto “Ghiaccio fragile” del geologo Gianni Boschis sui cambiamenti climatici (foto), abbiano seguito le lezioni sui ghiacciai del Monte Bianco e ora stiano dedicando parte del loro insegnamento a trasferire quanto imparato sul campo ai loro studenti. Un’iniziativa esemplare così come esemplare è la disponibilità de La Stampa nel dare visibilità a iniziative che altrimenti rischiano di rimanere sepolte nello sciocchezzaio dei socialmedia e di certi blog.

“La Val Veny è un laboratorio unico”, spiega il professor Boschis, “ecco perché l’abbiamo scelta per le lezioni pratiche. Si può vedere ogni fenomeno glaciale, dalle morene ai laghi, dal ghiaccio fossile a quello che resiste grazie ai detriti”. Il progetto è sbarcato perfino in Puglia, in alcune scuole di Brindisi. Sessanta sono stati gli insegnanti che hanno frequentato questa appassionante “summer school” sul Monte Bianco. Particolare importante. L’intento del progetto è di colmare il vuoto dei programmi scolastici in tema di cambiamenti climatici. Oltre all’aggiornamento degli insegnanti va segnalato il coinvolgimento degli studenti in iniziative educative stimolanti come il concorso giornalistico-letterario ed altre attività di buone pratiche ambientali. (Ser)

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