Montagne in gramaglie, nuovi requiem per i ghiacciai
L’estatate 2019 si lascia dietro uno strascico di montagne in gramaglie. Un requiem è annunciato venerdì 27 settembre da Dislivelli e Cineambiente in Valle d’Aosta per la scomparsa del Lys, un fantastico ghiacciaio del Monte Rosa. Ma intanto l’attenzione si sposta sull’annunciato, possibile crollo a breve di una parte del Planpincieux, sulle Grandes Jorasses, lungo il versante italiano del massiccio del Monte Bianco. Mala tempora currunt. Lo conferma il professor Claudio Smiraglia, illustre glaciologo, che mercoledì mattina su Raiuno dava per scontato un aspetto sconcertante: se anche il global warming mollasse la presa, lo scioglimento dei ghiacciai continuerebbe per altri dieci anni. E ciò per la naturale inerzia delle masse glaciali. Niente da fare, occorre rassegnarsi. Di veglie funebri per i ghiacciai se ne dovranno fare parecchie. Per non essere da meno 250 svizzeri, tutti vestiti di nero, hanno intanto organizzato un funerale ai piedi del ghiacciaio del Pizol che ha perso l’80% del suo volume. E’ la seconda marcia funebre in un mese: il 18 agosto l’Islanda aveva celebrato la scomparsa dei Okiokull. Particolare importante. In Italia i “Requiem per un ghiacciaio” inizieranno in concomitanza con il Global Strike for Climate dei Fridays For Future. I dati del CNR ci dicono che il 50% della massa glaciale alpina è sparita negli ultimi 50 anni. (Ser)
