Dolomiti. I signori degli anelli
In Francia, dove camminare è sempre stata una cosa seria, li chiamano “circuiti pedestri” e ogni villaggio di montagna o mezza montagna ne annovera più di uno. In Italia i percorsi ad anello sono meno conosciuti e frequentati e ci volevano gli esperti Roberto Ciri e Denis Perilli, esegeta quest’ultimo dell’escursionismo consapevole, per portare alla luce i percorsi ad anello delle Dolomiti Orientali. Il libro (Escursioni ad anello nelle Dolomiti Orientali) scritto a quattro mani per Idea Montagna si accompagna in questa estate 2019 con un’altra accurata guida escursionistica in cui Perilli ha come partner Andrea Greci. In questo caso le escursioni riguardano in Cadore la Valle del Boite, il Centro Cadore, la Val d’Ansiei, Misurina) (Escursioni in Cadore, Idea Montagna). “Il Cadore rientra tra quelle regioni montane tanto forti dal punto di vista identitario quanto indefinite dal punto di vista geografico”, spiegano gli autori. “Un territorio con labili confini, ma con fortissime fondamenta culturali, che ne fanno una delle regioni alpine dove seguire in maniera esemplare l’evoluzione storica del paesaggio. Una terra di forti contrasti, dove isolate frazioni quasi disabitate si trovano a brevissima distanza da centri turistici di primaria importanza, dove sentieri affollatissimi – primi tra tutti quelli che ruotano attorno alle Tre Cime di Lavaredo – si trovano a pochi chilometri in linea d’aria da percorsi completamenti immersi nel silenzio – basti pensare ai sentieri dei versanti nord delle Marmarole”.
In un territorio così esteso e ricco di possibili percorsi, tali da offrire ai camminatori quasi infinite possibilità di escursione, di tutte le tipologie e difficoltà, compiere una scelta non è facile, ma il filo conduttore di un’accurata selezione può biforcarsi come uno dei tanti sentieri cadorini, mostrando le due facce di questa imprevedibile e spettacolare regione montuosa: proseguendo su un versante, più accogliente e rassicurante, si può arrivare dove la vista toglie il fiato, davanti a pareti famose e a orizzonti sconfinati. Il versante opposto, più avventuroso ed esplorativo, precisano gli autori, può condurre invece “dove occhi e cuore avranno la stessa reazione, ma passi e battiti romperanno quasi certamente un silenzio indimenticabile”.
Tornando ai percorsi ad anello, tra i prediletti di Perilli e Ciri è sicuramente il giro del Pelmo definito come un itinerario notevole dal punto di vista panoramico e botanico, con incomparabili visioni verso l’Antelao, le Marmarole e il Sorapìs e presenze floreali che alleggeriscono le fatiche. “È questo un avvicinamento al Pelmo meno frequentato rispetto a quello da Zoppè e alle salite dal versante zoldano”, precisano gli autori, “un percorso in grado di sorprendere, molto vario e ricco di spunti naturalistici e rurali. Da non sottovalutare la pendenza sia per la salita che per la discesa”. Qui sotto l’anello in sintesi in una scheda tratta per gentile concessione dal libro di Ciri e Perilli.
L’anello del Pelmo
PUNTO DI PARTENZA: Malga Ciauta (1552 m)
QUOTA MIN: 1552 m
QUOTA MAX: 2476 m
DISLIVELLO: 1600 m
(1710 m con la variante)
LUNGHEZZA: 19 km
(22,3 km con la variante)
TEMPO: 7,45 h (9,30 h con la variante)
DIFFICOLTÀ: EE
PUNTI DI APPOGGIO: Malga Ciauta,
Rif. Venezia (Rif. Città di Fiume e Rif. Passo
Staulanza con la variante)
PERIODO CONSIGLIATO: luglio-ottobre