Cassin e la foto col “bocia”
Quando nel 1988 Walter Bonatti e Riccardo Cassin posarono sorridenti davanti alla chiesa sotto la Grignetta, nessuno si aspettava che quell’immagine sarebbe diventata un’icona. Recentemente la Fondazione dedicata al grande alpinista lecchese morto dieci anni fa dopo avere compiuto un secolo ha riproposto l’immagine nel suo sito. E il giornalista Alessandro Filippini, amico e biografo sia di Walter sia di Riccardo, ne ha approfittato per segnalarla in FB giudicandola bellissima. Quel magico momento venne colto e fissato da Roberto Serafin su pellicola Echtachrome con una reflex Nikon 35 millimetri (allora il digitale non si usava) ai piani Resinelli. Ha ragione Filippini: vi è riunita una bella fetta di storia dell’alpinismo e una vampata di buonumore illumina sia pure per un attimo, le dure scorze di quei due montanari segnati da mille sfide. E’ un piacere per mountcity riproporla il 6 agosto, nel decennale della scomparsa dell’indimenticabile Cassin.
Come quest’immagine sia arrivata negli archivi della Fondazione Cassin lo chiarì nel 2011, intervenendo alle esequie del grande Walter, Guido Cassin, figlio di Riccardo. Fu lo stesso Walter a farne omaggio all’amico lecchese che considerava il suo maestro – e un maestro lo è stato per tutti gli alpinisti – e che guidò nel 1956 la vittoriosa spedizione al Gasherbrum IV in cui Bonatti e Mauri si issarono per primi nella storia in vetta con mille peripezie. Nella dedica a Riccardo sul retro della foto, Walter si firmò affettuosamente “il tuo bocia” senza indicare l’autore dell’immagine, cioè il sottoscritto, che godeva della sua stima (come fotografo perlomeno) e che di slide originali gliene fornì parecchie per il suo archivio sapendo di fargli piacere.

Per saperne di più su questa fotografia e sulle circostanze in cui fu realizzata occorrerebbe leggere la biografia “Walter Bonatti, l’uomo e il mito” (Priuli&Verlucca, 2012) dello stesso Serafin con le presentazioni di Alessandro Gogna e Simone Moro. Il libro, corredato da diverse immagini scattate dall’autore, uscì come instant book nel 2011 alla morte di Bonatti, ebbe due ristampe e vinse un premio a Leggimontagna prima di essere tradotto in francese dall’editore Glénat. Vi si racconta, tra l’altro, delle piacevoli scorribande a cui l’autore (del libro e della foto) ebbe la fortuna di partecipare con Walter e altri amici. Lo sfondo era di solito quello delle Grigne e, occasionalmente, della Valtellina. Furono momenti importanti e irripetibili e anche occasioni preziose per raccogliere confidenze e aneddoti del grande alpinista, ma anche per affrontare facili scalate e incontrare vecchie conoscenze in un clima di sincera amicizia. Riccardo quella volta ci accolse nella sua villetta dei Resinelli piena di trofei di caccia dopo che Gianni Magistris nella bella casa di Valmadrera ci offrì deliziosi gelati confezionati con le albicocche dell’orto. Bei tempi.
Per Walter si profilava in quegli anni una svolta nella sua vita dopo la lunga e fruttuosa collaborazione con il settimanale “Epoca”: nuovi libri, nuovi viaggi, nuovi amori. E nuove amicizie, compresa quella di cui il sottoscritto va fiero. Fu una lieta stagione della sua vita che questa riuscita immagine documenta alla perfezione. Com’era lieta in quegli anni, o tale appariva, la vecchiaia di Cassin che sulla parete nord est del Pizzo Badile aveva appena avuto l’occasione di ripetere la sua via tracciata mezzo secolo prima con Ratti, Esposito, Molteni e Valsecchi. I valtellinesi, con la collaborazione di chi scrive, gli dedicarono grandi feste in Val Masino sotto l’insegna di “Badile 87. Mezzo secolo di leggenda”. Partecipò anche Reinhold Messner al culmine della sua fama di collezionista di ottomila. Il “bocia” Bonatti, pur invitatissimo dai valtellinesi che lo adoravano, preferì invece starsene in disparte. Di primedonne ospiti dell’evento ce n’erano anche troppe. (Ser)