Dolomiti pandemonio dell’umanità?
Nel tripudio delle celebrazioni per i dieci anni del patrocinio Unesco alle Dolomiti solo i cosiddetti e da più parte deprecati ambientalisti e qualche sparuto blog, mountcity compreso, si sono presi la briga di fare il punto sul degrado dei nostri cari Monti Pallidi. Silenzio totale, salvo errori, da parte del Club Alpino Italiano che a queste cose è morto e sotterrato per dirla con le rime di Giuseppe Giusti. Per fortuna a fare il punto su una situazione, che degenera di giorno in giorno sotto gli occhi di tutti, è Corrado Agias nella sua rubrica sul quotidiano La Repubblica. “Dolomiti patrimonio ma di quale umanità?” titola opportunamente lo scrittore domenica 28 luglio 2019 rispondendo al lettore Francesco Carbone che delle Dolomiti offre un quadro desolante. Qualche spunto? Ciclisti che vanno piano in salita e come fulmini in discesa. Camion e tir che salgono e scendono dal Passo Sella, dal Gardena, dal Pordoi, dal Falzarego. Bus con targhe di ogni Stato europeo, bus con rimorchi per le biciclette, bus che a ogni tornante creano ingorghi. E poi suv di ogni cilindrata, diesel inquinanti e motociclettone americane rombanti. Chiudono i pedoni, zaino in spalla, cagnolino al guinzaglio o in borsa. Nessuno fa caso a chi incontra, pochi allo scenario incantato dei Monti Pallidi…
Augias, che si palesa come un frequentatore di questo angolo incomparabile d’Italia, risponde con le parole dell’albergatore Michil Costa, strenuo difensore del territorio: “Da un po’ di tempo abbiamo perso la bussola, ci stiamo dirigendo verso una direzione che non potrà in futuro portare più benessere…Siamo nel mezzo di un pandemonio dell’umanità…Manca un forte movimento ambientale nelle valli ladine, in regione, in Italia”. Soluzioni per ora? “Non un pedaggio che fungerebbe da calamita. Chiudere i passi a fasce orarie, far diventare il viaggio un’esperienza, come è la ferrovia retica (il Glacier Express). E poi istituire un servizio di pullman (a idrogeno) dalle ampie vetrate per godere lo spettacolo dolomitico, per poi arrivare a un progetto condiviso di un trenino che colleghi i valichi alpini”. E infine occorrerebbe, secondo Costa, usufruire meglio degli impianti di risalita che già esistono. Qualcos’altro da suggerire? (Ser)
Posso fare copia e incolla per il Passo Spluga, per Madesimo, per il Passo del San Bernardino ecc. Anche lì idem. Anche il profumo di montagna non si sente più soffocato dai gas di scarico. Bravo Beppe sei l’unico che riporta sempre i miei pensieri. Non credo che si possa insegnare l’educazione è la sensibilita’. Io sento solo tanta rabbia. Un abbraccio Maria Luisa Ravazzi
Pingback: Irriducibili cafoni | I camosci bianchi
IL CAI…
1 – è la prima associazione ambientalista in italia con i suoi 320mila soci
2 – il CAI ha un … VANGELO… IL BIDECALOGO
3 – HA IL TAM… TUTELA AMBIENTE MONTANO
4 – HA LA COMMISSIONE SCIENTIFICA PER L’AMBIENTE (insomma se ricordo bene un doppione del TAM)
I PRESIDENTI DELLE SEZIONI SAT/CAi di tutte le sezioni che abbracciano le dolomiti, HANNO COMMENTATO?