Il Fortissimo e i nuovi “ambassador Vibram”

Vibram, da oltre 80 anni leader mondiale nel settore delle suole in gomma per l’outdoor, si dichiara felice in un comunicato diramato alla fine di maggio di accogliere nel suo team di atleti l’alpinista Hervé Barmasse, nuovo “ambassador” nato e cresciuto ai piedi del Cervino, da sempre gran conoscitore e utilizzatore di calzature da montagna. Hervé ha iniziato a collaborare con l’azienda nel 2018 come tester delle tecnologie sviluppate dall’azienda, in modo particolare Litebase, l’ultima innovazione progettata per ridurre il peso della suola senza intaccarne le prestazioni. Risalendo alla notte dei tempi, un innegabile balzo in avanti per la sicurezza in montagna avvenne negli anni Trenta con la creazione delle suole Vibram da parte di Vitale Bramani. Anche a quell’epoca i prototipi vennero collaudati da “estremità” illustri. Per l’esattezza, la storia di Vibram ebbe inizio nel 1936 dopo la sciagura della Rasica nelle Alpi Retiche in cui alcuni alpinisti persero la vita perché non calzavano scarpe adeguate per affrontare un’improvvisa tempesta di neve. Bramani era un accademico del CAI, socio della Società Escursionisti Milanesi che oggi gli ha dedicato una sala nella sua moderna sede di via Cenisio. In quella sciagurata escursione era una delle guide.

Hervé Barmasse in punta al Cervino. In apertura Giusto Gervasutti, il “fortissimo”, tra i primi alpinisti a collaudare le vibram.

La tragedia della Rasica sconvolse profondamente Bramani e lo portò a cercare una soluzione pratica per poter risolvere questo problema delle scarpe sicure a tutte le quote. Fu così che nel 1937 disegnò la prima suola carrarmato – si dice che l’abbia scolpita nel legno – prestando particolare attenzione alla forma e alla posizione di quei tasselli che dovevano servire a fornire trazione e a dotare la suola di quello che oggi chiamiamo grip. Pensava a una suola in gomma il bravo Vitale, quindi leggera, confortevole, flessibile, ma capace di proteggere il piede isolandolo dal freddo estremo: prestazioni simili a quelle delle scarpe chiodate. Il primo test fu sul Pizzo Badile, insieme con Ettore Castiglioni. Doppia era la sfida: aprire una nuova via e testare le suole in gomma. Le suole risposero bene, garantirono ottime prestazioni in termini di resistenza all’abrasione, alla trazione e di aderenza, nonché di arrampicata fino al 4° grado. I due conquisteranno così calzati il Pizzo Badile. Era nato un pezzo di design che sarebbe passato alla storia: la suola Vibram Carrarmato. E l’alpinismo non sarebbe stato più come prima, proprio come l’intero mondo della calzatura, che ancora oggi riconosce on quel design un’icona di stile più attuale che mai.

Fra gli illustri esponenti dell’alpinismo che per primi negli anni Trenta testarono le Vibram va annoverato anche il “fortissimo” Giusto Gervasutti che nel 1936 compì la prima grande ascensione alpinistica con le suole inventate da Bramani. Lo si desume dall’antologia “Prime di prima” del Club alpino accademico italiano. In calce alla relazione di Lucien Devies sulla storica scalata agli Ecrins con il “Fortissimo” leggiamo “che all’inizio della stagione 1936 Gervasutti si era fatto confezionare da Bramani una scarpa leggera con suola di gomma (Vibram)”. Ed ecco quanto a sua volta scrive quell’anno Gervasutti in “Scalate nelle Alpi” (CDA&Vivalda): “Una novità in breve tempo rivoluzionerà la tecnica delle scalate: le scarpe con le suole di gomma che sostituiscono le scarpe chiodate. Da Bramani mi sono fatto confezionare una scarpa leggera, non foderata, tra la pedula e lo scarpone”.

Il “fortissimo” collaudò la calzatura al Colle del Gigante. “Mentre scendo veloce verso la Mer de Glace”, annota, “pienamente soddisfatto del comportamento delle mie leggere calzature anche su neve e ghiaccio, incontro parecchi francesi condotti da quattro guide che salgono al rifugio Torino. Mi guardano con stupore. Cosa farà mai, pensano, quell’individuo calzato con scarpe da città in mezzo a questi crepacci? Una guida mi redarguisce severamente: ‘Vous êtes bien mal chaussé, monsieur!’”. Oggi il mondo è pieno di alpinisti “mal calzati”…più o meno come Gervasutti. Basta dare un’occhiata a internet: ogni anno si producono 42 milioni di suole Vibram. Poi ci sono gli altri, quelli con le scarpe da tennis o le infradito anche su ghiacciai e morene. Peggio per loro. (Ser)

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