Sono solo canzonette?
E’ partita col piede sbagliato Mediaset lunedì 8 aprile 2019 annunciando che mancava in Italia, fra tante polemiche, quella riguardante i concerti in alta quota e che a innescarla ha provveduto il re degli ottomila Reinhold Messner. Si riferiva alla contrarietà espressa sui giornali del 7 aprile 2019 da Messner nei confronti del concerto annunciato da Jovanotti a Plan de Corones, un feudo del re degli ottomila. Dichiarazioni che hanno provocato un lungo strascico di polemiche pro e contro. Tant’è, ora finalmente si sono messe le carte in tavola e nel Trentino un politico azzarda perfino l’ipotesi di un codice per queste incursioni musical-popolari alle alte quote.
Ma molto prima che sui media echeggiasse in questa primavera 2019 il ruggito del vecchio Reinhold, una strenua battaglia si è scatenata contro i concerti live che richiamano, in nome del profitto e in spregio a una presunta sacralità dell’ambiente alpino, folle festanti in aree d’alta quota delle Alpi spesso ricomprese in Parchi naturali. Al momento opportuno Mountain Wilderness si espresse – e di sicuro, col senno di poi, in forme eccessivamente garbate – contro i frastornanti concerti di Zucchero e Venditti a Plan de Corones. Su una tappa del Giro d’Italia con relativa carovana ad alta gradazione di decibel, tutti zitti invece. In ogni modo, contro queste iniziative che concorrono a trasformare le nostre montagne in luna park permanenti con la complicità di politici, giornalisti e pubbliche istituzioni risulta piuttosto compatto il fronte delle associazioni ambientaliste, compresa Mountain Wilderness di cui Messner fu padre e che poi clamorosamente rimosse dalla sua vita come una scomoda zeppa.
Plan de Corones rappresenta un caso a se. Da mezzo secolo la località non viene più considerata dagli operatori turistici una montagna in senso stretto, ma un “polo economico” (sic), dove il turismo va a braccetto con gli sport invernali. Quanto al supermuseo dell’alpinismo affidato alle cure di Messner, con le orrende strutture affioranti dal terreno di Zaha Adid, si sa che ha sconvolto ettari di montagna. Però tranquilli: il museo svolge il suo compito culturale alla perfezione come tutti i musei di Messner sparpagliati nelle Dolomiti che calamitano un turismo di qualità.

Museo di Messner a parte, ettari di foresta sono stati sconvolti a Plan de Corones per creare in questa verde area dell’Alto Adige uno sterminato domain skiable. Lo si può rilevare, in Youtube, da un impressionante filmato che documenta il prezzo pagato in termini ambientali, ma anche la funambolesca operatività dei tecnici addetti alla costruzione degli impianti: miracoli della tecnologia made in Italy che tutto il mondo ci riconosce, ma che nel film appare in singolare contrasto con le migliaia di abeti sradicati e tagliati a fette con ordigni rotanti che sembrano appartenere alla saga di “Guerre stellari”. Le ruspe scavano a loro volta abissi nel terreno per ospitare le gigantesche tubature dell’innevamento artificiale. Sullo schermo, la vista di questa montagna sconvolta da forze titaniche non è meno orribile delle devastazioni compiute dallo tsunami che ha messo in ginocchio recentemente le Dolomiti. Ma poi si sa che la natura torna a imporre le sue leggi, e la cotica erbosa rinasce, e l’insieme si presenta di nuovo gradevole e “naturale”.
Ma se questo è il destino delle valli dolomitiche dove un’imprenditoria avanzata decise negli anni Trenta (le cose “buone” del fascismo…) di far fruttare l’oro bianco per moltiplicare benessere e posti di lavoro, non si creda che più miti procedure siano toccate alla Plose o alla Gran Risa, per citare due celebri aree sciabili create a suon di ruspe con chilometri di tubature sotterranee e bacini artificiali, torrenti deviati o incanalati, rocce fatte saltare. In questo scenario compromesso non sembra proprio il caso che il povero Jovanotti, sostenuto peraltro dal WWF, debba sentirsi in colpa. Feriscono Madre Terra più le ruspe o le canzonette? E poi, sia chiaro: i sentieri in quota in estate già rigurgitano di turisti cafoni con le loro grigliate e le loro immondizie, sono ormai patrimonio delle biciclette e dei quad e l’escursionista tradizionale è solo un fastidio in queste Dolomiti su cui sventolano le bandiere dell’Unesco. (Ser)
NOTA. Mountain Wilderness, finalmente in sintonia con Reinhold Messner, conferma in un comunicato del 10 aprile 2019 la sua contrarietà al concerto di Jovanotti a Plan de Corones. Per saperne di più: https://www.mountainwilderness.it/editoriale/il-concerto-di-jovanotti-a-plan-de-corones-la-posizione-di-mountain-wilderness/?fbclid=IwAR1HQTqqvKAmQdoa_MUxvKpSGBWcezJ01wADttgmNkPamf9qSd3LpQRiaJk

LE RUSPE LE CANZONETTE GLI ELICOTTERI I QUAD I MOTORADUNI SONO TUTTE AGGRESSIONI ALL’AMBIENTE! Scandaloso che il WWF ha fatto…”spallucce…” Questo “POVERO…” Jovanotti, NEL MESE DI AGOSTO 2018, NELLE MARCHE, IN MONTAGNA, HA CANTATO CON TUTTI GLI STRUMENTI E DIFFUSORI CON 70MILA PERSONE PLAUDENTI! PERBACCO, COME AVRANNO LASCIATO la cotica erbosa ed i boschi? Stupisce che fra le OTTANTA ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE, solo Mountain Wilderness ha reclamato. E il CAI? Non è la più grande associazione ambientalista con i suoi 320mila soci? Consoliamoci perchè la giovin fanciulla GRETA sta insegnando a tutti gli ambientalisti del pianeta e con i capelli bianchi come risolvere il problema ambientale del Pianeta. IL VENERDÌ TUTTI GLI STUDENTI IN PIAZZA CON STRISCIONI ! (CHISSÀ’ Perché NON SCENDONO IN PIAZZA LA DOMENICA?). Ho posto la domanda a Greta, scrivendogli, NESSUNA RISPOSTA!