La via Cassin che pochi conoscevano

Nel fascicolo “Inverno 2019″ in questi giorni in distribuzione, il periodico in pdf “Lo zaino” degli istruttori di alpinismo e arrampicata lombardi del Cai (qui sotto la copertina) offre un simpatico scoop: la relazione di una via di Riccardo Cassin (1909-2009) dimenticata, anzi praticamente sconosciuta a quanto si sostiene. Il grande alpinista lecchese la tracciò (difficoltà: TD, VI, dislivello: 800 m, sviluppo: 1000 m) nel 1939 con Nino Cattaneo sulla cima Golem, nel gruppo della Concarena, dedicandola a Federico Galimberti come riportò Lo Scarpone numero 14/1939. I due fornirono poche indicazioni e lo stesso Cassin dopo qualche tempo pare che se ne fosse dimenticato. “In quasi ottant’anni”, osserva Fabrizio Andreoli, “ci sono state una dozzina di ripetizioni ma le nuove generazioni di alpinisti non sono più attratte da questo genere di salite. Chi va alla ricerca di scalate tecniche su roccia buona e protezioni sicure è meglio che stia a casa. Qui le difficoltà non sono estreme, anche se il diedro iniziale non è assolutamente da sottovalutare, ma bisogna saper ‘galleggiare sulla roccia’, controllare tutto quello che si tocca e si calpesta e avere una buona dimestichezza con martello e chiodi. Purtroppo ormai l’andazzo, anche tra chi si professa alpinista, è quello di andare a spittare le vecchie vie, in nome di una sicurezza apparente, dimenticandosi che la sicurezza sta soprattutto nel nostro modo di fare e di agire. Quindi questa via resterà lì solo per quei pochi che hanno ancora in cuore un po’ di spirito d’avventura”. La relazione pubblicata su “Lo zaino” descrive il percorso seguito e le soste utilizzate in occasione della ripetizione effettuata il 22 settembre 2018 dallo stesso Andreoli con Edoardo Balotti e Ivan Maffeis.
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