Difesa del Devero, 75 mila hanno firmato

La grande piana dell’Alpe Devero, comodamente raggiungibile in auto, è una perla alpina adatta a tutti. Che si voglia camminare, scalare, fare sci di fondo o di discesa, escursioni con le ciaspole o le pelli di foca, questa meta sa accogliere e stupire in ogni stagione e attira turisti da ogni parte del mondo. Le sue meraviglie ispirano pittori e scrittori. Contro il piano strategico “Avvicinare le montagne” che mira a trasformare l’Alpe in un nuovo comprensorio turistico con importante potenziamento di impianti a fune, nuove piste, strutture edilizie e infrastrutture si batte da tempo il Comitato Tutela Devero che ha raccolto finora 75 mila firme di amici della montagna contrari al tentativo di trasformare il Devero in un faraonico comprensorio turistico.

Il Piano, nei suoi obiettivi, mira a collegare Devero a San Domenico e ad espandersi sull’incontaminato Téggiolo tramite un sistema di impianti a fune. E’stato proposto nel febbraio 2018 dalla Provincia del VCO e dai Comuni di Baceno, Crodo, Varzo e Trasquera. Mediante un precedente Protocollo di Intesa per lo sviluppo ed il rilancio turistico dei Comuni, sottoscritto nel marzo 2017 tra le Amministrazioni sopra citate e la Società San Domenico Ski srl, questa risulta come ente attuatore nel citato Piano Strategico da tempo in fase di Valutazione Ambientale Strategica. Si attende dunque dalla Regione Piemonte il rapporto ambientale con il recepimento delle osservazioni degli enti preposti, rapporto che sarà sottoposto a osservazioni pubbliche.

Come informa un comunicato diramato il 13 gennaio 2019 da Mountain Wilderness Italia, giovedì 10 il Comitato Tutela Devero è stato convocato dalla Commissione Ambiente del Consiglio Regionale Piemonte. Erano presenti Luca Vanini e Alessandro Francioli operatori turistici dell’Alpe Devero e fondatori del Comitato, Luca Mozzati e Renata Farina come portavoce delle istanze condivise da 75.000 persone, e i rappresentanti delle diverse Associazioni che lo compongono o sostengono: Vanda Bonardo per Legambiente Nazionale, Filippo Pirazzi per Salviamo il Paesaggio Valdossola, Piero Vallenzasca per Italia Nostra VCO, Toni Farina per Mountain Wilderness Italia, Emilio Delmastro per Pro Natura Piemonte, la giornalista Claudia Apostolo e altri sostenitori. Fanno parte del Comitato, ma non ha potuto presenziare, anche la Lipu Nazionale e Michele Galmarini, gestore del rifugio del CAI all’Alpe Devero.

Il Comitato ha espresso alla Commissione Ambiente le proprie obiezioni:

  • Pesanti infrastutturazioni sono proposte in gran parte in zone protette: l’area confinante col Parco Veglia Devero è tutelata come “Zona di Salvaguardia” ed è riconosciuta dall’Unione Europea tra le “Zone Speciali di Conservazione” e “Siti di interesse comunitario” per garantire habitat, flora e fauna rari.
  • Il Piano Strategico pubblico invece che partire dalle naturali risorse del territorio, accortamente protette da un’articolata legislazione, valorizzandone le caratteristiche, propone interventi che hanno continue interferenze con le normative vigenti.
  • Il progetto danneggia per sempre il paesaggio e l’ambiente: invece che bellezza, silenzio e biodiversità si vogliono folle e infrastrutture permanenti e invasive: seggiovie a sei posti con cupole in plastica, alti piloni, stazioni fino a 60 metri di lunghezza, bar e punti panoramici in cemento, servizi, sbancamenti, bacini e cannoni per la neve artificiale, nuove piste da sci, slittini e mountain bike.
  • Interventi immobiliari sono previsti nella piana del Devero in completa violazione delle volumetrie del Piano Paesistico.

Il costo degli interventi è di 173 milioni: un investimento privato di 130 milioni di euro con una spesa pubblica di quasi 43 milioni di euro. 
Il piano strategico manca di una relazione economica e appare dubbia la sostenibilità, sia in termini di bilancio per l’investitore sia di benefici per la popolazione quanto a posti di lavoro locali e duraturi.
 Il Comitato ha invitato le istituzioni a respingere il modello di fruizione e di sviluppo proposto che ritiene dannoso sotto ogni punto di vista: ambientale, culturale, economico. Con le Associazioni presenti, ha proposto di perseguire altre strade, sostenibili, per il futuro del territorio. Ha chiesto un intervento per la messa in sicurezza della strada comunale Goglio Devero, il rispetto delle volumetrie consentite per l’Albergo Cervandone, il riconoscimento del Teggiolo tra le ZPS. Ha proposto uno sviluppo del territorio alternativo, come piste ciclabili con indotto sicuro (completamento Svizzera – mare), la valorizzazione della valle Antigorio e delle sue qualità artistiche e paesaggistiche anche mediante la messa in rete con App digitali; la visione di Devero come punto di approdo del turismo, non di partenza infrastrutturata, ma con una recettività diffusa e non impattante di sicuro rendimento per medi imprenditori locali.

La Commissione ha accolto con molto interesse tutte le osservazioni avanzate. 
Va ricordato che il Comitato Tutela Devero è nato da un appello di alcuni operatori locali; oggi vi aderiscono Mountain Wilderness Italia, LIPU Nazionale, Legambiente VCO, Italia Nostra VCO, Salviamo il Paesaggio Valdossola, Pro Natura Piemonte, Compagnia del Cammini, oltre a circa 150 singoli partecipanti. Legambiente Nazionale sostiene il Comitato.  
Per informazioni
 Luca Mozzati 370 3223105, Sonia Vella 348 8828001, Renata Farina 349 4223346. 
Fb comitatotuteladevero
@ Comitatotuteladevero@gmail.com

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