L’avventura? Una questione di stile

L’alpinismo italiano fa progressi. Herve Barmasse è stato selezionato fra i trenta italiani che nella vita dimostrano più stile. Secondo il magazine GQ l’alpinista valdostano appartiene a quei “gentleman contemporanei che, per impegno, successi, buon gusto, comportamento e capacità di influenza si sono particolarmente distinti nel corso del 2018”. Hervé ha classe non solo quando arrampica ma anche quando si racconta con discrezione in Tv e la conduttrice lo mangia con gli occhi. Se la cava anche fuori dai contesti alpinistici, per esempio portando il suo stile al Festival della Mente di Sarzana. Stile ed eleganza si possono dunque coniugare con lo spirito di avventura? In testa alla lista degli alpinisti che di stile ne hanno da vendere risulterebbe di questi tempi l’austriaco Thomas Bubendorfer. Rampollo della upper class, Thomas è un vero dandy. Nel suo guardaroba lo smoking è tra gli abiti preferiti e non esita a indossarlo per ragioni d’immagine mentre arrampica nei passaggi più ostici. Dal 2012 la Porsche lo ha scelto come brand ambassador: lo racconta lui stesso compiacendosene nel libro “The solo climber”, un best seller. Fra tanti alpinisti imbruttiti dal gelo e dagli stenti delle alte quote, Bubendorf fa di tutto per distinguersi e sembra riuscirci.

Affezionato allo smoking si dimostrò nell’altro secolo anche il fassano Tone Valeruz, asso dello sci estremo, che scese zigzagando in abito da cerimonia dalla est del Cervino. Andando indietro nel tempo, il Duca degli Abruzzi appare in buona posizione nell’ideale hit parade dei più eleganti gentlemen dell’avventura. Noblesse oblige, si fece immortalare da Vittorio Sella nella foresta tropicale dopo essersi tolto il casco da esploratore. Incravattato, la sigaretta tra le labbra, l’aria svagata: quella foto diventò un’icona e tale apparì il duca anche sulle etichette dei vini che venivano commercializzati con il suo illustre nome. Albert Frederick Mummery con immancabili occhialetti da intellettuale divenne una celebrità dopo avere promosso un alpinismo all’insegna della correttezza rinunciando a violentare quel Dente del Gigante che invece i Sella fecero caparbiamente sforacchiare a suon di martellate dalle guide per piegarlo alla loro volontà. Non sarà poi sfuggito che l’inglese Edward Whymper prima di conquistare il Cervino si fece ritrarre in impeccabile abito bianco. Un segno di distinzione sicuramente eccessivo fra quei poveri valligiani straccioni. Quanto a Sua Altezza Alberto del Belgio, valido scalatore, sapeva come incantare le compagne di cordata: imperturbabile, in giacca e cravatta anche nelle situazioni più precarie, sfoggiava spesso un foulard di seta rosso. Una questione di stile, come si conviene a un’altezza che a ogni quota sa essere reale. (Ser)
