Le cartoline ritrovate
Com’era dolce il Natale nelle cartoline d’auguri di una volta. A ricordarcelo è una mostra nata da un’idea di Graziano Biancossi e promossa dall’Atletica Cistella che ha messo a disposizione il salone presso la sede/Centro Culturale di Viceno nella solatia valle Antigorio. Le cartoline appartengono alle raccolte di Diovole Proletti, Luisa Valazza, Luciana Giovanninetti e Maria Giovanna Banfi Ferrari che ne ha curato, insieme con Biancossi, la realizzazione. Le immagini si possono ritrovare nella pagina Facebook “Viceno da Vivere”. Siamo nel cuore dell’Ossola, a poco più di un’ora di macchina da Milano e da altri centri della Lombardia. Recuperate nei cassetti delle famiglie ossolane che le conservano gelosamente, con i pupazzetti inginocchiati nella neve, con i presepi ugualmente immersi nella coltre della bianca visitatrice che oggi è tra le più rimpiante vittime del riscaldamento globale, queste “cartoline in libertà” (è il titolo della mostra che per fortuna continua a rimanere visitabile a feste concluse) rappresentano anche un invito, pienamente raccolto, a visitare un’altra realtà che onora Viceno e la sua gente: la “casa museo” curata dall’Associazione Museo dell’Ossola, il cui acronimo AMO la dice lunga sullo spirito con cui quanti ne fanno parte vi si dedicano.
Con giustificato orgoglio, la gente di qui annuncia che durante le recenti festività dalla mattina e fino a tarda sera si è anche registrato un continuo afflusso di visitatori interessati ai presepi dislocati nella valle in corrispondenza con fontanelle e corsi d’acqua. Si tratta evidentemente di un turismo sostenuto dall’amore per la propria terra, decisamente lontano dalla corsa agli skipass e da una certa sottocultura “ludico-consumistica e banalizzante” così definita da chi forse eccede in moralismi. Dove ancora conta, per attirare un turismo consapevole, il richiamo delle antiche cantine, del lavoro nei campi, della panificazione, dell’arte di fare il formaggio, del telaio per le tessiture, tutto documentato nel sapiente mosaico della “casa museo”. E dove conta il profumo dei fragranti biscotti appena tolti dal forno e confezionati con la farina di segale lavorata sul posto come vuole la tradizione: tutti accuratamente impacchettati e posti sotto l’alberello nelle baite sovrastate dall’elegante mole del Cistella che domina con discrezione queste belle vallate ossolane. (Ser)
