Montagna e cultura. Chi si è messo in luce nel 2018

In due precedenti articoli sono stati indicati sommariamente in questo sito alcuni benemeriti del 2018 nei campi dell’ambiente e della solidarietà in montagna ovvero della partecipazione a iniziative di carattere sociale. Ora mountcity si diletta di fornire un quadro, sia pure approssimativo, della cultura sviluppatasi nel corso dell’anno intorno alle terre alte. Le scelte, per quanto possano apparire in qualche caso arbitrarie (come tutte le scelte), sono dettate da genuino interesse per i soggetti in esame, meritevoli ad avviso di chi scrive di essere segnalati per avere dato impulso all’immagine della montagna. Sono semplici segnalazioni, le nostre, in qualche caso dettate da simpatia o da genuina amicizia per i prescelti al di fuori di logiche di bottega e di clientelismi che talvolta, non sempre, offuscano i verdetti delle giurie più titolate. (Ser)

Una pastora particolarmente ispirata nel film della regista Anna Kauber. In apertura un’immagine di “The Dawn Wall,” di Peter Mortimer e Josh Lowell che vinse in primavera il celeberrimo TrentoFilmfestival.

• DONNE PASTORE. Sono sempre più numerose, dalle Alpi alla Barbagia. Sono laureate, usano i social e le chat. Per documentare l’attività delle donne pastore la regista Anna Kauber ha realizzato un film che s’intitola “In questo mondo”. E’ stato un tour di due anni quello da lei compiuto, da Nord a Sud, un viaggio di 17 mila chilometri per incontrare le donne che abitano i pascoli delle Alpi e le vallate dell’Aspromonte, ma anche le foreste costiere. Che mantengono e migliorano la forma del paesaggio, la biodiversità e le razze in estinzione, in Valchiusella come sugli altipiani di Arcinazzo, fra le montagne del Pollino come nella Barbagia sarda. Il film è stato realizzato grazie a una campagna di crowdfunding. E’ prodotto da Solares Fondazione delle Arti con il montaggio di Esmeralda Calabria. La Festa del Cinema di Torino – rivolta ai documentari sul mondo dell’industria e del lavoro – le ha assegnato in autunno il primo premio, tra 42 film iscritti e 8 finalisti (di cui 5 donne).

• GIUSEPPE PASCHETTO docente di matematica e scienze alla scuola Garbaccio di Mosso (Biella), grande amico della montagna, è tra i finalisti del Global Teacher Prize la cui premiazione è prevista il 24 marzo 2019 a Dubai. Come spiega il Corriere della Sera in un servizio di Antonella De Gregorio, Paschetto per le lezioni di astronomia sale in collina con gli studenti  a osservare le stelle. Ha eliminato la cattedra in classe e i compiti a casa. Ha convinto i colleghi a misurare il “Fil” (la Felicità Interna Lorda) della scuola. Per le pagelle di fine anno ha inventato la “valutazione condivisa”. Con i suoi allievi scrive libri e produce film. Tra i non pochi meriti di Paschetto è da segnalare la collaborazione al coordinamento del Gruppo Alpinistico Scolastico (Gas). Un’esperienza quasi trentennale: risale infatti al 1987 l’inizio della attività educativa in montagna della scuola media di Mosso che fruttò nel 2014 a Nicoletta Gatteschi il prestigioso Premio Marcello Meroni della Società Escursionisti Milanesi.

• DALL’ARTICO AGLI OTTOMILA. Il ritrovamento presso l’Archivio civico del Comune di Milano di una documentazione inedita legata alla spedizione artica di Umberto Nobile (1928) e a quella in Karakorum di Aimone di Savoia-Aosta, Duca di Spoleto (1928-29) ha permesso di approfondire con nuovi particolari la stagione delle esplorazioni italiane in quegli anni. Tra i principali artefici del ritrovamento è da annoverare Stefano Morosini che ha al suo attivo una notevole serie di studi sulle implicazioni economiche, sociali e politiche della pratica dell’alpinismo in Italia e in Europa. A questo ritrovamento si sono collegate a Milano due iniziative alla cui organizzazione Morosini ha offerto il suo determinante contributo: un convegno internazionale di studi il 29 e 30 novembre nella Sala Napoleonica di Palazzo Greppi (via S. Antonio 12) intitolato “Dall’Artico agli 8000: ricerca scientifica, alpinismo, geografia e imperialismo in una prospettiva internazionale (1880-1964)” e una mostra fotografica e documentaria aperta dal 30 novembre al 1 dicembre all’Università degli Studi (via festa del Perdono 7) che in 20 pannelli ha presentato immagini e documenti dalla spedizione di Aimone di Savoia-Aosta duca di Spoleto in Karakorum.

• MILA RITROVATO. Un libro e un evento musicale a Torino e Milano sono stati organizzati dal Club Alpino Italiano nel trentennale della morte di Massimo Mila (1910-1988), alpinista e per molti anni finissimo critico musicale prima dell’Unità e poi della Stampa, autore di numerosi importanti saggi musicali. Accademico del Cai, convinto antifascista, grande alpinista e uomo di cultura, Mila è stato l’incarnazione più alta del binomio musica-montagna, sul cui tema ha scritto pagine fondamentali. La sua figura e le sue opere sono state celebrate nel mese di ottobre 2018 con alcune iniziative riunite sotto il titolo “I due fili della mia esistenza”, citazione autobiografica delle due grandi passioni di Mila, la musica e la montagna. Promosso dal Centro Operativo Editoriale del Cai, curato da Valter Giuliano e Gianluigi Montresor con il coordinamento editoriale di Anna Girardi, un volume fresco di stampa ripropone un’ampia selezione degli “Scritti di montagna” di Mila pubblicati nel 1992 da Giulio Einaudi nella collana “Gli Struzzi” a cura di Anna Mila Giubertoni con una presentazione di Gianni Vattimo e uno scritto di Italo Calvino. Nel nuovo libro sono riportati anche altri scritti di varia provenienza, alcuni inediti.

• L’ALTRA FACCIA DEL “MAGO”. Sabato 17 novembre il Premio Gambrinus “Giuseppe Mazzotti” ha consacrato Manolo (Maurizio Zanolla) detto “il mago” tra i grandi scrittori della montagna. Il celebre scalatore, uno dei massimi esponenti del free climbing, è risultato infatti il vincitore dell’importante riconoscimento letterario con il libro autobiografico “Eravamo immortali” (Fabbri Editori, 2018). E’ la storia di un ragazzo che ama la vita, l’arrampicata e la libertà. Un ragazzo d’altri tempi. Un ragazzo ribelle, anzi quasi selvaggio. Ma anche, e forse proprio per questo, dotato di una sensibilità non usuale. Assolutamente da leggere.

• VIE STORICHE. Ha superato il quarto di secolo il sito www.viestoriche.net che pubblica studi originali, diari e brani di letteratura di viaggio. Tema obbligato: la viabilità alpina nel passato. Di questa inesauribile fonte d’informazioni che viene continuamente alimentata con i contributi di firme illustri si occupa, con la moglie Rosalba, il milanese Dario Monti, ingegnere di professione. In questo quarto di secolo Vie Storiche ha pubblicato due libri sulle strade del Sempione e del Gottardo, vari articoli e ricerche su “I Walser a sud delle Alpi“, “Le strade di Leonardo“, “L’antica strada del Vergante“, “La Como-Novara”  e “Le strade fra Pavia e Piacenza in epoca medioevale“. In origine il sito si chiamava Vie di Pellegrini ed era limitato agli itinerari per Roma, Santiago e Gerusalemme. Solo dopo i primi articoli sulle Alpi e i suoi passi prese il nome attuale. Per il 2019 Rosalba e Dario hanno in serbo una serie di ricerche sulle strade di Leonardo e un ricco dossier sulla viabilità nell’antica Roma. “Oggi alcuni tratti di basolato romano”, spiegano, “sono ancora percorsi dai moderni veicoli così come molti ponti… e lo saranno ancora per tanto tempo a dispetto delle costosissime opere moderne che durano pochi anni nelle finiture superficiali in asfalto e purtroppo anche nelle strutture portanti”.

• TOMMY CALDWELL, classe 1978, nativo del Colorado, è stato uno dei protagonisti del TrentoFilmfestival: è dedicato alla sua figura il film che ha ricevuto la Genziana d’oro, premio del Club alpino italiano, quale miglior film di alpinismo. Trattasi di The Dawn Wall di Peter Mortimer e Josh Lowell. Film strepitoso che racconta la vita avventurosa di Caldwell, dal rapimento in Afghanistan, dove uccise il suo rapitore per liberarsi dalla prigionia, fino all’apoteosi dell’apertura in libera della Dawn Wall, parete di 915 m, ritenuta impossibile da scalare in libera, sulla maestosa parete di granito del Capitan, nello Yosemithe Park. Il film racconta questa magnifica ossessione di Caldwell, i sette anni trascorsi per studiare ogni tiro della via, le centinaia di tentativi prima di raggiungere il risultato finale.

• IL SERVIZIO GLACIOLOGICO LOMBARDO ha dato vita nel 2018 in Bolivia a un progetto per studiare mediante indagini glaciologiche, rilievi con GPS, droni e analisi da Remote Sensing, il potenziale delle riserve idriche disponibili sia come volume di ghiaccio presente sul Chachacomani sia come apporti nevosi annuali. Oltre a questo, il progetto prevede – in collaborazione con la missione cattolica di Peñas, paesino sull’Altipiano di La Paz – di dare un contributo alle popolazioni residenti organizzando un corso per operatori glaciologici rivolto particolarmente alla Scuola di Turismo e Sport di Avventura di Peñas (Universidad Católica Boliviana “San Pablo”). Il progetto ha ottenuto il riconoscimento speciale della giuria e il premio del pubblico all’undicesima edizione del Premio Marcello Meroni.

• CHIARA E MONICA da quasi vent’anni d’anni danno il benvenuto ai visitatori di “Monti in città” di Milano, la libreria di viale Monte Nero 15 dedicata alla montagna. “Siamo a vostra disposizione”, annunciano nel sito della libreria, “per ogni consulenza. Se siete alla ricerca di guide e manuali per arrampicata su roccia e ghiaccio, escursionismo, scialpinismo, mountain bike, running, mappe, cartine, carte digitali, illustrati, video, narrativa di montagna, poster da noi potrete trovare ciò che vi occorre. Presso il nostro punto vendita troverete inoltre il nostro catalogo completo con più di 10.500 titoli tra cui scegliere. Abbiamo aperto nel 2004 e in questi anni di attività abbiamo selezionato un vastissimo catalogo di guide e manuali per arrampicata su roccia e ghiaccio, escursionismo, scialpinismo e mountain bike, oltre a cartine, carte digitali, illustrati, video, calendari, poster e a una ricca narrativa di montagna. Il catalogo, accessibile dal sito, è il risultato del nostro impegno nella ricerca e selezione di guide e opere sulla montagna, e include moltissime pubblicazioni internazionali e locali normalmente non disponilbili al di fuori dei territori cui si riferiscono”. Aggirandosi fra gli scaffali di “Monti in città” si trova anche una piacevole sorpresa: uno spazio – enoteca con i migliori vini dell’arco alpino.

• NICOLA TONDINI, guida alpina di XMountain, è stato tra i protagonisti nel 2018 al TrentoFilmfestival dopo avere aperto nel 2017 sulla parete SO della Cima Scotoni, in più riprese e con diversi compagni di scalata, la direttissima “Non abbiate paura di sognare”. Con una difficoltà massima di X (8b) e un obbligatorio di IX- (7b+) la via si colloca come una delle più difficili tra quelle di più tiri delle Dolomiti. “Ho 45 anni”, dice Nicola, “e i limiti tecnico-atletici sono abbastanza delineati, anche se non viene meno il sogno di fare ancora mezzo grado in più. Quelli mentali sono ancora superabili: credo di poter sperimentare qualcosa di nuovo come avventura. Con gli impegni e le responsabilità che ho nel lavoro, uno dei limiti più grande è la disponibilità di tempo”. Le Dolomiti in generale danno a Tondini emozioni uniche rispetto ad altre montagne. Tuttavia confessa di avere un altro luogo particolare dove va se ha bisogno di pensare, riflettere e ritrovarsi: un santuario/monastero sopra l’abitato di Santa Brigida, in provincia di Firenze. “Lo spirito e il pensiero lì rinascono sempre”, spiega Tondini che ha contribuito come pochi ad alzare l’asticella di un alpinismo rispettoso dell’etica e a promuoverne l’immagine.

• LA VIA FRANCIGENA sta diventando sempre più frequentata. Percorrerla era una pratica diffusa in età carolingia, sotto l’impero di Carlo Magno, re dei Franchi. È grazie a un arcivescovo anglosassone, Sigerico, e al suo resoconto dettagliato di viaggio, che è stato di recente possibile ricostruire il percorso. Il tratto italiano attraversa le meraviglie della Valle d’Aosta, tra castelli, campanili romani e cittadine ai piedi delle montagne innevate, per poi entrare in Piemonte, tra le risaie che da Vercelli arrivano quasi fino a Pavia. Si attraversa la pianura Padana, l’Emilia Romagna, fino al passo della Cisa, a 1.041 metri, dove si entra velocemente in Toscana: Lucca, San Gimignano, Siena, la Val d’Orcia, fino alla Tuscia. Per terminare a Roma. Oltre mille chilometri, dalle Alpi alla città eterna. I numeri di chi percorre la Via Francigena sono risultati in aumento nel corso del 2018. “Quest’anno”, ha spiegato Luca Bruschi, direttore dell’Associazione Europea Vie Francigene, “abbiamo distribuito circa 16mila credenziali (il passaporto del pellegrino) contro le 13mila del 2017. E abbiamo stimato che nel 2018 sono stati 50mila coloro che hanno percorso la Via”.

• DAVIDE SAPIENZA, scrittore che si definisce geopoeta, va lodato senza riserve in questo consuntivo del 2018 per la febbrile attività nel promuovere il rispetto e la cultura dell’ambiente. Cura, per l’edizione bergamasca del Corriere della Sera, la rubrica settimanale “Sentieri d’autore” dedicata alla riscoperta e valorizzazione del paesaggio delle Alpi Orobiche. Riconosciuto tra gli autori italiani di punta legati alla natura e all’impegno ecologico, nel 2012 fondò “Diritti della Natura Italia”. E’ stato tra i primissimi autori in Italia a utilizzare la forma del cammino letterario “come strumento di lettura concreta e profonda del territorio”. L’estate 2018 lo ha visto impegnato nella rassegna “Nel cuore della montagna” ideata e realizzata per la Rete Bibliotecaria Bergamasca. Davide ha guidato in questa circostanza 350 persone in 11 territori della Valseriana. Tutti erano affascinati dai suoi racconti, un successo più che meritato.

I Ragni di Lecco (a sinistra Luca Moroni e a destra il presidente Matteo Della Bordella) con gli allievi dell’Academy.

• RAGNI DI LECCO ACADEMY. Inaugurata nel 2013, è un’iniziativa nata con lo scopo di formare giovani all’alpinismo e metterli in condizione di effettuare salite impegnative in montagna, su ogni terreno, in autonomia e sicurezza. L’idea è quella di trasmettere a ragazzi appassionati e talentuosi il know how tecnico e sportivo e il patrimonio di cultura alpinistica di cui i Ragni sono depositari e interpreti, creando per loro un programma di formazione ad alto livello e consentendogli di condividere scalate di buon impegno con alcuni fra i più forti alpinisti del nostro Gruppo. Nel 2018 si è deciso elevare il corso a una sorta di “secondo livello”, coinvolgendo quattro ragazzi che hanno partecipato all’edizione 2017 e lavorando con loro a stretto contatto, per effettuare insieme salite di maggiore impegno e permettere un rapporto più profondo tra istruttori ed allievi.

• LA CULTURA ALIMENTARE ALPINA è entrata nel 2018 tra i candidati a Patrimonio immateriale Unesco. E’ noto che in molte vallate alpine il forte senso di identità sociale e culturale, oltre che religiosa, si riflette anche sulle tradizioni e sulle abitudini alimentari. Il 4 ottobre a Innsbruck, nell’ambito della conferenza di metà mandato del progetto AlpFoodway, che ha una durata di tre anni (2016-2019), i 14 partner hanno promosso la “Charter of Alpine Food Heritage” a sostegno dell’iniziativa. Tra i partner figurano Regione Autonoma Valle d’Aosta, Regione Lombardia, Comunità Montana della Valle Camonica, Trentino School of Management e la piemontese Associazione Dislivelli.

PIETRUCCIO. “Cielo grigio su, foglie gialle giù, cerco un po’ di blu dove il blu non c’è” cantavano in “Sognando la California” i Dik Dik. Ora Pietruccio (era quello con il cappello statson) il blu lo trova, finché può, nelle alte montagne. E’ del 2011 la sua riuscita sfida all’Aconcagua ora sapientemente raccontata nel libro “Settanta a settemila” (Liteedizioni, presentazione di Moni Ovadia). “In queste pagine”, spiega Pietruccio che confessa di avere da sempre la “febbre del viaggio”, “si nascondono le domande che un uomo pone a se stesso sulle motivazioni più profonde della vita. Interrogativi che suonano forti nella mente quando la solitudine ti avvolge e la sfida è quella dei tuoi pensieri”.

• LIVIA OLIVELLI. Milanese laureata alla Bocconi, ha da tempo scelto di operare come editrice sulle sponde del lago Maggiore. Oggi la sua casa editrice “Monte Rosa Edizioni” è tra le più attive tra quelle legate al territorio dell’Ossola, e ciò grazie anche al sodalizio di Livia con Alberto Paleari, guida alpina ossolana e appassionato scrittore che spazia dalla saggistica alle guide ai thriller. Particolare importante. Nel 2016 per pura passione Livia ha elaborato locandine e manifesti della rassegna “MountCity montagne a Milano” dove le guglie del Duomo si slanciano verso il cielo incontrando le pendici glaciali del Monte Rosa, montagna-simbolo della vocazione montanara dei milanesi. Nel catalogo della “Monte Rosa edizioni” da segnalare “Le montagne e il profumo del mosto”, autobiografia di Paleari, e diverse guide alpinistiche ed escursionistiche: “Arrampicare, camminare, conoscere il Mottarone”, “Le più belle vie di roccia dell’Ossola”, “Ossola bella e buona”, “Alla scoperta di alpeggi e formaggi”. “A Livia”, precisa Paleari, “giungono, spesso in forma caotica, racconti, relazioni tecniche, schizzi, foto. E lei ordina, uniforma, sceglie le foto, non sempre e solo le più belle, ma anche, spesso, le più utili al racconto complessivo che si voleva fare”. Da questo vitalissimo magma sono nate le guide “Le più belle vie di roccia dell’Ossola dal I al V grado” e “ Le più belle vie di roccia dell’Ossola oltre il V grado” e diverse altre.

• STEFANIA VALSECCHI detta “Steppo” o “Steppina”, maestra della Valsassina, è protagonista di avventure ciclo-alpinistiche sulle Alpi, sulle Ande, sull’Himalaya, nel deserto del Gobi in Mongolia, tra i deserti di sale in Bolivia, lungo gli Appennini. In un filmato da lei stessa realizzato presenta la sua attraversata d’Europa in bici: da Catania a Capo Nord (29 giorni-5300 km) da sola, senza mezzi di supporto (estate 2017). “Steppo” (vincitrice nel 2013 del Campionato del mondo di Triathlon invernale a Cogne e nel 2010 del MongoliaBikeChallenge) ama anche raccontare ai suoi alunni l’Italia e le sue bellezze. Impartendo, se occorre, qualche piacevole lezioncina di vita. “Ogni istante”, spiega Steppina ai suoi ragazzi, “possono accadere cose straordinarie, basta prendere la propria vita tra le mani”. Brava Steppina, sette più.

• LAST BUT NOT LEAST. La rivoluzione digitale che ha travolto piccoli e grandi editori della carta stampata facendo sparire (tra l’altro) gloriose testate di montagna e alpinismo trova alimento nel proliferare dei blog di montagna che continuano a soffiare sul fuoco della passione per le terre alte, alpinismo, free climbing e sci compresi. Dal momento che i bit non costano, che le piattaforme digitali sono a disposizione senza dover sborsare un centesimo di chiunque dimostri competenza e buona volontà, e poiché è assai diffusa la voglia di raccontare e raccontarsi e fare proseliti senza nulla chiedere in cambio, ci si aspetterebbe che per tanti volenterosi blogger di montagna ci fosse in vista un riconoscimento, una qualche forma di sostegno anche morale. Meglio ancora se materiale. Prospettive? Non è escluso che diversi siti che popolano il web in ordine sparso si possano coalizzare per dare vita a una nuova galassia, fissando norme comuni di ordine etico e culturale ma mantenendo ciascuno la propria identità. Siamo tutti d’accordo o no che senza i contributi di questi figli di un dio minore colti e appassionati che ogni giorno si affacciano nella rete con miriadi di notizie e di idee, l’immagine della montagna subirebbe un contraccolpo? E che anche il turismo alpino potrebbe risentirne? (Ser)

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