Don Luigi se ne è andato, il Monviso è rimasto orfano
È morto domenica 9 dicembre 1918 nella sua casa di Paesana in Piemonte don Luigi Destre. Aveva 83 anni ed era parroco emerito di Crissolo da quando aveva lasciato l’incarico “ufficiale” dopo aver guidato la comunità del paese per quasi cinquant’anni ininterrottamente. In questo mezzo secolo fu anche il sacerdote che celebrò più volte la messa in vetta al Monviso. Si contano 53 celebrazioni nell’ambito delle sue 120 salite sulla cima del Re di Pietra, durante due delle quali vennero unite in matrimonio diverse coppie appassionate di alpinismo.
A don Luigi, già membro del Soccorso alpino, in onore degli 80 anni era stato pubblicato nel 2015 un libro curato da Enrico Miolano. Godeva di buona salute don Luigi ma le gambe lo avevano da tempo tradito costringendolo a una ragionevole sedentarietà. Instancabile, accompagnò sul Viso, a partire dal ’68 quando arrivò in valle da Paesana (dove era nato nel 1935), non meno di duemila persone, compreso il vostro blogger che qui lo ricorda con affetto. E che ha avuto il privilegio di salire in punta con lui, l’amico Alberto Re, illustre re delle guide alpine, e il leggendario Hervé Tranchero, storico gestore del rifugio Quintino Sella.

“E’ sempre stata un’emozione arrivare in cima”, raccontava don Destre. Come dargli torto?. “Ricordo che qualcuno, dopo aver stretto i denti, una volta arrivato alla croce sulla sommità si è messo a piangere dall’emozione e dalla gioia”. Il Monviso è probabilmente la montagna più cattolica delle Alpi, visto che sulla sua vetta (3841 metri), si celebrano ogni anno più messe che su ogni altra cuspide alpina, e ciò benché la salita sia dura e ancor di più lo sia la discesa. “Il fatto”, osservava don Destre, “è che il Viso da sempre esercita un irresistibile fascino per la sua forma di piramide che emerge dalle Alpi Cozie, e perché fa sgorgare dalle sue viscere il Po”.
Particolare importante. Il “Re di pietra” si trova in provincia di Cuneo, la provincia più “bianca” delle sei piemontesi. Nel libro dei salitori c’è, fra quelli di tanti religiosi, il nome di don Leonardo Murialdo. Ci provò nel 1862 ma fu respinto da una bufera. Avrebbe potuto essere lui il primo italiano… Vi figura anche il nome del beato Pier Giorgio Frassati salito nel ’23 con l’amico Giovanni Grilli poi diventato guida alpina. “Il 16 settembre 1989 con me e altri tre sacerdoti e una quarantina di persone”, ricordava don Destre, “salì in vetta monsignor Sebastiano Dho, vescovo di Saluzzo. Fu il primo vescovo di questa città a raggiungere la cima del Viso e a presiedere una solenne celebrazione benedicendo dall’alto tutta la diocesi. Non era tanto allenato, ma arrivò in punta lo stesso. E quando vide la croce prese la rincorsa e l’abbracciò. Monsignor Giuseppe Guerrini, altro vescovo di Saluzzo, salì in punta più volte celebrandovi pure la messa e volle sul suo stemma vescovile lo schizzo del Monviso con la scritta ‘Venite, saliamo al Signore’”. (Ser)
