L’abbraccio di Milano ad Angiolino, un padre del Soccorso alpino

Emblema vivente della solidarietà in montagna come Pegaso, il divino cavallo alato, è l’emblema dell’ispirazione poetica, il benemerito del Soccorso alpino Angiolino Binelli figura quest’anno fra i 26 candidati al Premio Marcello Meroni della Società Escursionisti Milanesi. Venerdì 30 novembre 2018, nel corso della cerimonia della consegna in programma alle 20.30 nell’Aula Magna dell’Università degli Studi, in via Festa del Perdono, si saprà se è questo mite (ma non troppo) montanaro di Pinzolo, in provincia di Trento, a meritarsi l’importante riconoscimento per la categoria solidarietà. Binelli, cavaliere della Repubblica, compare tra le 26 nomination del “Meroni” per il suo valore di soccorritore e “inventore” della Targa d’Argento della Solidarietà Alpina arrivata nientemeno alla quarantasettesima edizione in quel di Pinzolo, tra il gruppo del Brenta e la Paganella. Esemplare la carriera di soccorritore di questo socio onorario del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico di cui viene considerato un “padre” fondatore. Entrò nel Soccorso alpino come volontario nel 1952, a diciotto anni. Tre anni dopo divenne vice responsabile della locale stazione di soccorso e nel 1973 fu eletto presidente e riuscì a far dotare la stazione di Pinzolo di attrezzature moderne e sicure: come un collegamento radio ricetrasmittente che permise finalmente il contatto con tutti i rifugi della zona, e un’autoambulanza per trasportare i feriti all’ospedale più vicino.

Angiolino Binelli riceve a Milano le congratulazioni del procuratore Giancarlo Caselli dopo avere ricevuto, nel 2007, un riconoscimento all’Università degli Studi (ph. Serafin/MountCity)

Nel 1972 Binelli decise che era giusto premiare chi per salvare una vita mette a repentaglio la propria. Istituì così il premio che ogni anno in settembre richiama ai piedi del Brenta specialisti nel soccorso di tutto il mondo. Curiosamente non è questa la prima volta che Binelli viene premiato nell’ateneo milanese. Nel 2007 fu infatti insignito presso l’Università degli Studi di Milano del premio “Mens sana in corpore sano” destinato a personaggi che si distinguono operando nel sociale. In quell’occasione ebbe le felicitazioni del procuratore Giancarlo Caselli, noto per le battaglie contro la mafia condotte durante la sua attività presso il Tribunale di Palermo, che aveva ricevuto un analogo riconoscimento. Ma ciò che più conta è che oggi a 87 anni Binelli continua ogni anno a organizzare appassionatamente, in veste di presidente, la “sua” Targa d’argento diventata patrimonio della cultura alpinistica non solo trentina. E l’affetto che la sua gente e i colleghi del Soccorso alpino gli riservano è indubbiamente per lui il miglior riconoscimento. (Ser)

La Targa d’argento della Solidarietà alpina tra le mani del suo “inventore” durante una recente premiazione nel municipio di Pinzolo (TN) (ph. Serafin/MountCity

Commenta la notizia.