Vallée snaturata e tardivi dissensi
Stop al cemento e a nuove gigantesche costruzioni che non rispettano l’identità di paese alpino. Questo chiede alla nuova amministrazione locale e alla Regione Valle d’Aosta, la comunità di Courmayeur con le sue storiche famiglie che da secoli hanno ai piedi del Monte Bianco le loro radici. Diversi importanti cantieri sono attualmente in fase avanzata di realizzazione ed enormi palazzi di otto piani destinati ad uso alberghiero e residenziale stanno spuntando nella frazione di Entrèves e sulla Strada Regionale, quella che conduce alla zona pedonale del centro storico.
A queste brutture ha dedicato la sua “amaca” Michele Serra sul quotidiano La Repubblica dell’11 ottobre 2018. “Colpisce, e ahimé stupisce”, scrive Serra, “che nel 2018, dopo tutto quello che è successo non solo in Valle d’Aosta, ma nell’arco alpino quasi al completo, ci sia ancora qualcuno che ritiene utile far sentire una voce di dissenso: come se non fosse già tutto accaduto, come se fosse ancora reversibile uno snaturamento durato più di mezzo secolo, violento, metodico, tenace, che ha portato benessere insieme a bruttezza, quattrini insieme a svendita di territorio, e di anima”. Parole gravi su cui meditare queste di Serra che vive nell’Appennino e che della montagna può dirsi un grande amico: da un paio d’anni, non a caso, fa parte del Comitato etico scientifico dell’associazione ambientalista Mountain Wilderness.
Nella foto uno degli orrori che mortificano il Monte Bianco (sullo sfondo): la passerella turistica di Pré Saint Didier, una corsia di ferro zincato che si proietta nel vuoto, trattenuta da vistosi piloni. L’obiettivo dei pubblici amministratori, che vi hanno investito un milione di euro, è stato quello di “riqualificare la zona per ampliare l’offerta turistica”. (Ser)
Non sono d’accordo nel parlar male della passerella sull’orrido di Près St.Didier. Da fondo valle quasi non si vede, incastrata nell’angusta ripida vallata. Una bella passeggiata di circa mezz’ora porta a questo punto di vista da una parte sull’orrido, e dall’altra verso le Grandes Jorasses. Non trovo sia violenza alla natura, ma un discreto modo di far ammirare uno splendido panorama.