L’amaro Chiamparino
Appresa la notizia della mancata candidatura a tre alle Olimpiadi invernali 2026, il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino ha rilasciato una dichiarazione diffusa il 19 settembre dall’Ufficio stampa della Giunta Regionale spiegando che si tratta di una manovra per tagliare fuori la sua regione. Come se il Piemonte non avesse fatto di tutto per tagliare fuori la Lombardia proclamando a più riprese “mai con Milano” come ha riportato nei titoli La Stampa: per radicate ragioni scioviniste e perché quelle di Torino volevano essere olimpiadi sostenibili, ovvero fondate sul riciclo degli impianti oggi marcescenti, o perché i sindaci piemontesi volevano i Giochi tutti per loro. Ignorando, o facendo finta di ignorare che Milano ha compiuto il miracolo, per merito dell’attuale sindaco Beppe Sala, di far ripartire nel 2015 l’Expo che tutti davano per morta.
“La notizia non mi sorprende”, spiega Chiamparino nel comunicato, “perché dal momento che Milano e la Lombardia non hanno accettato la clausola per il Governo imprescindibile che non vi fossero città capofila, il sottosegretario Giorgetti non ha potuto fare altro che prendere atto del fallimento della candidatura a tre. A me non risulta che il CIO possa accettare candidature che non abbiano l’esplicito sostengo del Governo. In ogni caso, se dovesse andare avanti una candidatura Veneto-Lombardia con il sostegno del Governo sarebbe l’evidente dimostrazione che eravamo di fronte a una manovra per tagliare fuori il Piemonte, manovra che la componente pentastellata non ha saputo in alcun modo fermare, neanche per difendere gli interessi di una città la cui sindaca è una esponente di primo piano del Movimento”.
“Si rischia così”, conclude Chiamparino, “di escludere l’unica città che poteva presentare impianti ancora adeguati e le condizioni per realizzare davvero un’Olimpiade sostenibile e di alto livello”. L’uscita di scena di Torino costringerà il Coni a rivedere la distribuzione delle gare. Milano avrà la cerimonia di apertura, shorttrack, hockey, pattinaggio di figura e di velocità. La Valtellina freestyle, sci nordico e snowboard. Cortina sci alpino, bob, skeleton, slittino e curling. La Val di Fiemme salto e combinata nordica. Il biathlon andrà ad Anterselva.
E’ a tutti noto che le olimpiadi “moderne” nulla più hanno dello spirito che le ha originate e che esse sono artificiosamente tenute in vita solo per interessi economico-politici. I mirabolanti “business plan” sono immancabilmente smentiti a consuntivo con conseguente aggravio dello zaino fiscale che noi contribuenti portiamo; ciò a conferma della ferrea regola economica qui vigente : utili per pochi ed oneri per tutti gli altri. Le contabilità di queste manifestazioni hanno gravi errori di sottovalutazioni ed omissioni e fra questi, per esempio: quale valore è stimato per lo scempio ambientale che l’adeguamento/allestimento delle piste richiede ? quale valore per lo scempio paesaggistico derivante da impianti (scheletri che dovrebbero servire almeno da deterrente) non più utilizzati ? Quali importi sono stimati per ammortamenti, manutenzioni ………demolizioni ……… di fabbricati che, se improduttivi, rimarranno sicuramente in carico alla collettività? Non mi stupisco che solamente rivalità politiche abbiano fatto saltare, spero definitamente, la tricefala candidatura italiana, ……………ne sono, anche se amaramente, contento. Dario Mura