Le nuove frontiere della “wilderness medicine”

Pianificare un viaggio significa anche far mente locale sui rischi potenziali legati alla destinazione e comprendere come proteggere nel migliore dei modi la salute. Il problema è serio. Ma esistono elementi in comune tra la medicina di viaggio e quella di montagna? La risposta la offre Società Italiana di Medicina di Montagna che annuncia a Bergamo (Palamonti) il 13 ottobre 2018 il convegno “La medicina di montagna incontra la medicina dei viaggi nel mondo”, moderatori Luigi Fiorenzo Festi e Guido Marinoni. Il simposio si apre con l’ABC della Medicina di Montagna, le patologie di alta quota dalla prevenzione al trattamento: ne parla Lorenza Pratali (IFC/CNR, Pisa, SIMeM). La “wilderness medicine” al servizio di viaggiatori per turismo o per lavoro è l’argomento sviluppato da Andrea Rossanese (Società Italiana di medicina dei Viaggi) mentre la lettura magistrale di Gianfranco Parati (Istituto Auxologico, Milano) riguarda il paziente cardiopatico e le nuove raccomandazioni 2018. La medicina di viaggiatori e la medicina di montagna rappresentano un connubio idilliaco, o perlomeno ciò è quanto sosterrà Alberto Tomasi (Società Italiana di medicina dei Viaggi).

Altri relatori saranno il 13 ottobre a Bergamo Corrado Angelini (Università di Padova, SIMeM), Simona Mrakic-Sposta (IBFM/CNR Segrate, SIMeM), Annalisa Cogo (Università di Ferrara, SIMeM), Benigno Carrara (Commissione Medica Bergamo), Anna Beltrame (Società Italiana di medicina dei Viaggi), Guido Giardini (UOC Neurologia Aosta, SIMeM), Paolo Pischiutti (Direzione area promozione e salute Regione Friuli, SiMeM), Andrea Rossanese (Società Italiana di medicina dei Viaggi), Antonella Bergamo (Società Italiana di medicina di Montagna), Giacomo Strapazzon (EURAC, Bolzano, SiMeM), Mario Milani (Soccorso alpino).

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