Devero, più di 10.000 hanno firmato

Oltre 10.000 persone hanno firmato in difesa dell’Alpe Devero minacciata da nuovi impianti di risalita e in difesa di quei valori che anche il CAI appoggia con fermezza. Il grido di allarme era stato raccolto l’anno scorso da Mountain Wilderness che, insieme con Legambiente, Italia Nostra, Cipra e Salviamo i Paesaggio Valdossola, ha costituito il Comitato Tutela Devero contro il progetto “Avvicinare le montagne, proposta di accordo territoriale” della società San Domenico Ski per collegare il Devero con il comprensorio di Ciamporino, in Val Divedro. Ora, per dare forza alla propria voce, il Comitato ha lanciato una petizione online per raccogliere le voci contrarie al progetto, per contarsi, per capire quanti si oppongono al modello di sviluppo proposto. L’Alpe Devero è un gioiello naturalistico nel cuore delle Alpi Lepontine e, da oltre trenta anni, resiste a tentativi di omologazione che vorrebbero farne uno dei tanti ski resort delle Alpi.

Il progetto della San Domenico Ski ha intanto ottenuto il pieno appoggio della Provincia del Verbano-Cusio-Ossola e dei comuni del Parco diventando un “Accordo Territoriale tra la Provincia del Verbano Cusio Ossola, i Comuni di Baceno, Crodo, Trasquera e Varzo, per la razionalizzazione e l’integrazione del sistema delle valli Divedro e Antigorioprevede”. L’accordo prevede da una parte l’ampliamento verso il Monte Teggiolo (Comune di Trasquera) e, dall’altra, il collegamento della stazione turistica di San Domenico con l’Alpe Devero, attraversando la selvaggia Val Bondolero per poi risalire, attraverso il Passo di Buscagna, sul crinale del Monte Cazzola. Sull’area insiste una ZPS (Zona di Protezione Speciale della Direttiva Uccelli), all’interno della quale le norme della Regione Piemonte non prevedono ampliamenti di impianti ma solo il loro adeguamento tecnico, anche con la riduzione numerica degli stessi.

Inoltre, il Piano Paesaggistico Regionale, approvato il 3 ottobre 2017 con l’intesa del Ministero dei Beni Culturali, prevede l’integrità del crinale del Monte Cazzola dove invece si ipotizza di arrivare con il prospettato impianto funiviario. Il progetto, come sottolinea la Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Piemonte Valle D’Aosta del CAI, prevede una profonda infrastrutturazione dell’area, attraverso la costruzione di nuovi impianti a fune, che interesserebbe buona parte dell’Area SIC Veglia-Devero-Monte Giove e causerebbe un diffuso impatto ambientale, frammentando habitat già di per sé in equilibrio precario.

Il Cervandone e la Rossa svettano sul Devero. In alto un’incantevole veduta di Codelago.

Nonostante la dichiarata volontà di perseguire la “ecosostenibilità”, il Club alpino italiano sottolinea come, allo stato attuale della documentazione resa pubblica, il progetto confligga in maniera evidente con alcuni target della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, approvata dal Governo il 2 ottobre 2017 in ottemperanza della Agenda 2030 sottoscritta dallo Stato Italiano. In particolare il 15.1 (Entro il 2020, garantire la conservazione, il ripristino e l’utilizzo sostenibile degli ecosistemi di acqua dolce terrestri e dell’entroterra nonché dei loro servizi, in modo particolare delle foreste, delle paludi, delle montagne e delle zone aride, in linea con gli obblighi derivanti dagli accordi internazionali)e il 15.4 (Entro il 2030, garantire la conservazione degli ecosistemi montuosi, incluse le loro biodiversità, al fine di migliorarne la capacità di produrre benefici essenziali per uno sviluppo sostenibile).

“Il CAI è impegnato a contrastare la realizzazione di nuove opere a fune e a impedire la realizzazione di nuove stazioni sciistiche sotto i 2000 metri (e a ridurre l’impatto sino a prevederne la crescita zero sopra i 2000 metri)”, ricorda il Vicepresidente generale Erminio Quartiani. “Appoggiamo e appoggeremo tutte le iniziative di sostituzione dell’attività sciistica con il turismo dolce e ambientalmente orientato alla sostenibilità. Così come sosterremo ogni forma di collaborazione tra istituzioni, enti pubblici e privati che intendano mettersi in rete per valorizzare le specificità locali, la tipicità ambientale e le tradizioni dell’accoglienza, potenziando così anche servizi tra loro complementari all’offerta sciistica”.

Se non l’hai già fatto, leggi e firma la petizione

https://www.change.org/p/presidente-regione-piemonte-it-salviamo-l-alpe-devero-basta-costruire-impianti-pi%C3%B9-natura-per-tutti-13c0cc75-bb5d-4d5a-adab-f13cd6575a04?signed=true

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