Brividi per tutte le tasche
“Siamo di fronte all’ennesima opera inutile e invasiva spacciata per grande attrattiva turistica: il marketing che c’è dietro approfitta della generale voglia di adrenalina per svendere posti in funivia e visite toccata e fuga a una natura che non sarà mai più la stessa. Questa volta siamo nella catena del Lagorai (Valle di Fiemme) dove l’orrendo nome di Cermiskyline va all’arrembaggio dell’orizzonte disegnato contro il cielo, conquistato grazie alla Ferrata dei Tre Laghi che, emozionante, spettacolare, attraversa selvaggi e inaspettati panorami sopra i 2000 m”. Il resto di questo articolo, che ancora una volta testimonia con la giusta dose di riprovazione, come fiumi, pareti e montagne siano sempre più usati come un luna park, andatelo a leggere in Gogna Blog (http://gognablog.com/cermiskyline/).
L’ultima trovata arriva però dalla Val Malenco. Riguarda una discesa mozzafiato nelle gole dello Scerscen, subito a monte della località Campo Franscia, nel territorio del comune di Lanzada: qui l’Amministrazione Comunale ha voluto inserire un altro tassello importante alle possibilità di svago della Valmalenco, nel cuore delle Alpi Centrali. “Un’attività che non richiede particolare preparazione fisica e adatta a tutte le età, dove i giochi di luce del sole, del cielo, dell’acqua e della terra si confondono creando un’atmosfera particolare e regalando a ciascuno un’esperienza unica”. Questo si legge sulle cronache locali della Valtellina. E questo segnala opportunamente in Mountain Wilderness Notizie la guida alpina Michele Comi, non senza rimarcare che, sempre secondo i giornali del posto, trattasi di “una divertentissima novità frutto della vulcanica mente di Jacopo Merizzi, noto alpinista-scrittore valtellinese”.

In Valmalenco funziona così: si scende lungo il torrente, sospesi e attaccati a una carrucola; si percorre, a filo d’acqua, un ambiente dai riflessi e dai colori amalianti. Divertente no? Sta di fatto che l’elenco dei percorsi attrezzati e infrastrutture varie per accedere con facilità ai più disparati “luoghi selvaggi” si allarga inesorabilmente. Oggi, per ogni valle alpina, dotarsi di vie ferrate, ponti tibetani o “zip line” luccicanti, tutte indistintamente “mozzafiato” e “adrenaliniche”, pare essere un riferimento irrinunciabile (fonte: https://www.mountainwilderness.it/etica-e-cultura/gola-up-fiumi-e-montagne-come-un-luna-park/).
Pleonastica appare infine in questo contesto la domanda che si pone domenica 17 giugno 2018 il settimanale della Gazzetta dello Sport “Sportweek”: l’Everest è diventato come Disneyland? In sei pagine riccamente illustrate Luca Castaldini informa che “tra marzo e maggio, nella stagione delle spedizioni commerciali, sul tetto del mondo sono salite 750 persone. Un record favorito dal meteo e dalle offerte, sempre più ricche e comode, delle agenzie che in 20 giorni, per 100 mila dollari, accompagnano praticamente chiunque in vetta”. Non uno dei summiter che abbia voluto rinunciare alla bombola d’ossigeno: una bottiglia leggerissima di kevlar che riduce il tetto del mondo alle dimensioni alpinistiche di un montarozzo di settemila metri. Tutto compreso nel prezzo. (Ser)