Monte Bianco, facciamone un parco spirituale
Il primo capitolo è dedicato a quella che l’autore considera l’ottava meraviglia del mondo, la funivia Skyway che nel 2015, quando venne inaugurata, fu accolta come una pestilenza da chi la considerò l’ennesimo sfregio al Bianco. Paolo Paci racconta con trasporto della “cabina che ruota su se stessa, si avvita lenta e ipnotica mentre si sale verticalmente nel cielo di Entreves”. E precisa che il giocattolo è costato più di cento milioni di euro. Il nuovissimo libro di Paci, semplicemente intitolato per evidenti motivi “4810” (Corbaccio, 297 pagine, 19,90 euro), è tutto dedicato al Monte Bianco, le sue storie, i suoi segreti, le sue risorse compresa questa miniera d’oro della Skyway a lungo e invano osteggiata a torto o a ragione dagli ambientalisti di Mountain Wilderness. E capita a proposito il libro di Paci perché in questo mese di giugno a Chamonix, dal 12 al 14, in occasione della quarta Sustainable Summits Conference dedicata al futuro delle montagne del mondo, è proprio il Monte Bianco a trovarsi al centro dell’attenzione. Con una delibera approvata all’unanimità il 26 gennaio, il Consiglio municipale di Chamonix ne ha infatti chiesto l’iscrizione nel patrimonio mondiale dell’Unesco. Di questo si discute.

“Oggi più che mai è necessario questo riconoscimento internazionale per garantire la protezione della regione”, fu spiegato nella delibera, “per dare coerenza al pubblico intervento su temi emblematici quali i trasporti, la qualità dell’aria, la biodiversità, e per difendere la qualità della vita delle popolazioni residenti. Considerato il terzo sito naturale più visitato del mondo, Chamonix-Mont Blanc registra annualmente più di sei milioni di visitatori ed è ritenuto una regione pilota della Convenzione delle Alpi”.
“Il problema che dovremmo porci”, riflette a sua volta Paci, “è come vogliamo rappresentare ed essere rappresentati oggi dal Monte Bianco. Personalmente butterei via l’Unesco che è solo un ulteriore marchio commerciale e proporrei l’idea di un ‘parco spirituale’ che comprende tutte le terre oltre i 3000 metri, cioè il cuore del massiccio. E tornerei alla vecchia utopia di Moutain Wilderness di eliminare la Panoramic che attraversa il massiccio da una parte all’altra. Ma sarebbe come voler smantellare la Tour Eiffel, vero?”. In realtà sono in tanti a chiedersi se non valga la pena di cancellare per sempre quella congiunzione tramite cabinovia di Punta Helbronner e Aiguille du Midi. Perché se è in parte forse tollerabile che vi siano collegamenti meccanici fra fondovalle a talune cime, risulta invece inammissibile che ancora sussistano percorsi meccanizzati totalmente in alta quota, a mero scopo ludico. Stiamo parlando del Monte Bianco o di un vetusto luna park?

A Chamonix si annuncia dunque una certa animazione al dibattito sulla candidatura transnazionale (italiana, francese e svizzera) del Monte Bianco al patrimonio dell’Unesco e su tutte le questioni collegate alla sua protezione. L’organizzazione viene effettuata d’intesa con le associazioni ProMONT-BLANC e WWF Francia. Ma intanto vale la pena di ribadire l’interesse suscitato in questi giorni da Paci con il suo lbro nel rivivere la storia del Bianco in chiave contemporanea, raccogliendo vecchi e nuovi racconti sui tre versanti (italiano, francese, svizzero) del massiccio, salendo le sue cime e scendendo nelle sue profondità, in cerca di indizi che ci dicano quale sarà il futuro. Un lungo viaggio nella memoria remota, nella natura-spettacolo, nell’arte e nel pensiero. Un’esperienza tutta umana in compagnia di esploratori come De Saussure e Whymper, alpinisti celebri come Bonatti, Desmaison, Destivelle, sciatori e guide alpine, pastori e agricoltori, poeti e scienziati. Uomini e donne che nei secoli hanno saputo trasformare uno dei luoghi più inospitali del Vecchio Continente in una straordinaria opportunità di vita. Insomma, un libro imperdibile.
Ci sarà sicuramente modo di riparlarne e Paci ha cortesemente promesso di tornare sull’argomento anche in questo blog. (Ser)