L’Everest? Un pigmeo rispetto al Mauna Kea
Nella catena himalayana sarebbero addirittura più di 14 le vette che superano la quota di ottomila metri. Ne sono convinti alcuni alpinisti. Ma queste ricerche appaiono ben poca cosa di fronte a una verità incontestabile. Non è l’Everest (8850 m) – di cui si celebra il quarantennale della prima scalata senza bombole di ossigeno compiuta nel ’78 da Messner e Habeler – la cima più alta della terra, bensì il Mauna Kea (4205 m) nell’isola di Hawaii, le cui pendici vulcaniche si estendono profondamente sott’acqua e dove si è registrato il 4 maggio 2018 il terremoto più violento da oltre 40 anni, con una magnitudo di 6.9 gradi della scala Richter. E’ stato stabilito che per raggiungere la base del Mauna Kea bisogna sprofondare sino a 5761 metri sotto il livello del mare. In totale questo vulcano risulta così elevarsi per 9966 meri, oltre un chilometro in più rispetto all’Everest. Anche gli altri ottomila sarebbero da ridimensionare. Un esempio? Sulle carte geografiche il Chimborazo che svetta in Ecuador risulta essere alto 6268 metri e finora si è ritenuto che risulti per altezza la duecentesima vetta della Terra. Ciò però vale se si continua a ritenere che l’altezza delle montagne debba essere calcolata rispetto al livello del mare. Ma chi ci dice che in seguito i mari non si possano in tutto o in parte prosciugare?

L’unico criterio chiaro e oggettivo per stilare una classifica sarebbe dunque la distanza della vetta dal centro della Terra. Ecco allora che il già citato Chimborazo supera tutti: 6384 chilometri e mezzo dista la sua vetta mentre l’Everest arriva a poco più di 6382 chilometri. Come si spiega questa differenza? Semplice. Come tutti sanno, la Terra risulta parecchio schiacciata ai poli. Perciò, in corrispondenza con l’Equatore, il suo raggio è di circa 21 chilometri più lungo che ai poli. Essendo il Chimborazo più vicino all’Equatore, la sua distanza dal centro della Terra è maggiore rispetto a quella della vetta dell’Everest che si trova parecchio più nord.
Con un criterio o con l’altro l’Everest risulta dunque perdente, quasi un pigmeo con rispetto parlando. Resta il fatto che risulta perlopiù difficile, se non impossibile, stabilire quale sia la base di una montagna. Tutto è stato chiarito per quanto riguarda il già citato Mauna Kea, le cui pendici vulcaniche si estendono profondamente sott’acqua: il più elevato di tutti è lui! Vale la pena allora di compiere tanti sacrifici per raggiungere con o senza ossigeno supplementare il (presunto) tetto del mondo sapendo che le montagne più alte si trovano altrove nel nostro globo terracqueo? (Ser)