Tornelli anche per scalare?

Traffico da disciplinare sui passi dolomitici, divieti all’ingresso delle biciclette in amene località del Garda e su alcuni sentieri della SAT. E ora con l’estate arriva un nuovo stop, questa volta indirizzato ai free climber. Che sono troppi. L’allarme suona nel Finalese, luogo da anni considerato un paradiso dai free climber italiani ed europei per le magnifiche pareti e falesie, e che per questo è sempre più preso d’assalto dagli appassionati di questo sport. Occorrerà fare come a Venezia dove i tornelli per disciplinare gli ingressi sono stati inaugurati sabato 28 aprile 2018 in maniera sperimentale? “Basterebbe non aprire più nuove vie”, si limitano a dire le sezioni locali del Cai, dell’Istituto studi liguri e del Wwf, insieme con Finale Outdoor Resort e Liguria Birding che chiedono che non vengano toccate le ultime pareti “per preservare l’integrità delle ultime aree wilderness ancora presenti e ci si dedichi invece a una migliore manutenzione e gestione delle vie già esistenti”. Intanto al Trentofilmfestival si parla della situazione dell’alpinismo e dell’arrampicata prendendo spunto da un articolo di Reinhold Messner intitolato “l’assassinio dell’impossibile” dedicato all’uso dei mezzi artificiali nella scalata. Un articolo di mezzo secolo fa. Puro antiquariato. Bastava forse guardarsi un po’ in giro per scoprire che ben altri sono oggi i problemi per chi ama le scalate e ha a cuore l’ambiente nella società globalizzata. (Ser)

A Finale Ligure si arriverà alla sospensione dell’attività di apertura di nuove vie di roccia? L’outdoor è sicuramente una risorsa per l’economia ma deve sapersi anche fermare per essere in linea con l’ambiente.

 

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