Alpeggi e formaggi valdostani, 168 pagine profumate di fontina

Non è soltanto dedicata a quella specie oggi abbastanza diffusa di turisti definiti alpeggionauti la nuova guida di MonteRosa Edizioni “Alpeggi, alpigiani, formaggi della Valle d’Aosta” (168 pagine, 90 fotografie a colori, 24,50 euro) che illustra le attrattive di 23 alpeggi. Questo affascinante viaggio di Marzia Verona nel regno della fontina (ma anche di altri squisiti formaggi) racconta con parole e immagini molto più di quanto può apparire a prima vista. Il libro può infatti essere letto non solo come una guida turistica ma anche come un saggio di antropologia, un reportage sulla montagna che offre da vivere, uno sguardo gettato a un mondo alpestre in continua evoluzione. E in questo senso ricorda – chi lo desidera vada a vederseli in Youtube – i viaggi-inchiesta di Mario Soldati (1906-1999) alla ricerca del cibo genuino, a cominciare dal viaggio che lo scrittore e regista torinese realizzò in 12 puntate per la Rai nel 1957 nella valle del Po mettendo al centro genti, usanze, prodotti, ricette e riti di un’Italia rurale. Fu un successo senza precedenti nell’Italia risorta dalle macerie della guerra.

L’alpeggio di San Grato (valle di Gressoney). Sopra il titolo la giovane casara è Sylvie Vercellin dell’alpe Mascognaz, in val d’Ayas. Tutte le foto qui pubblicate sono di Marzia Verona, per gentile concessione.

E’ probabile che Marzia Verona non abbia avuto in mente come modello Soldati (di cui, in considerazione della sua giovane età, avrebbe tutto il diritto di non aver mai sentito parlare) quando iniziò la serie di escursioni in valle d’Aosta in vista di questo libro-inchiesta. Ma chi oggi giovane non lo è più, ritrova in questi “Alpeggi, alpigiani, formaggi della Valle d’Aosta” il rapporto cordiale e rispettoso che Soldati sapeva intrattenere in montagna con i suoi interlocutori e che ancora oggi fa testo. Gli alpigiani, protagonisti del libro, raccontano a Marzia la loro vita. Alcuni sono lassù da generazioni come la famiglia Ronco nel Vallone di Sangrato, altri come Paola e Aurelio hanno ereditato a Mascognaz la malga dai genitori e si sono un po’ allargati con qualche sacrificio per il bene dei figli che sembrano intenzionati a continuare questo duro ma appassionante mestiere.

Fra le pecore Davide Ramella Levrin, un giovane pastore biellese.

Marzia interroga, prende appunti e riferisce puntualmente nella sua prosa limpida e scorrevole, consegnandoci l’immagine di una montagna ancora piena di risorse in margine a un turismo, questo si, totalmente sostenibile. Nell’ideale monitor di Marzia emerge la durezza del lavoro che durante la stagione estiva inizia ben prima dell’alba e termina quando è già notte, e insieme si ritrovano le tradizioni che stanno scomparendo, gli ostacoli che ogni giorno gli addetti alle malghe devono superare, la passione dei malgari per gli animali, l’orgoglio che i malgari mostrano per l’arte casearia dei cui segreti sono custodi. Dal libro si deduce che, anche se molto mutato nell’ultimo secolo, il settore zootecnico continua a rivelarsi un importante elemento dell’economia e del tessuto sociale della Valle d’Aosta e gode di una certa attenzione da parte delle istituzioni. Nella Vallée ogni anfratto, anche il più difficile da raggiungere, d’estate risuona di muggiti, belati e del suono dei campanacci. L’alpeggionauta sa che bisogna accostarsi a quel mondo con il dovuto riguardo. L’autrice raccomanda di chiudere le recinzioni dopo il proprio passaggio, di evitare di spaventare gli animali e, se possibile, di non attraversare mai una mandria.

Denis, classe 2002, al pascolo dell’alpe Mascognaz.

Il libro propone 23 itinerari escursionistici, quanti sono gli alpeggi presi in esame: tutti piacevoli da raggiungere perché caratteristici, panoramici e interessanti. Lassù si producono e in molti casi si vendono differenti tipologie di formaggi sia di latte vaccino che caprino: fontina, formaggio valdostano, serac, brossa, tome stagionate e formaggette fresche. Gli itinerari, dettagliatamente descritti, sono facili e alcuni abbastanza brevi. Al ritorno l’escursionista non porterà con sé soltanto un gustoso formaggio d’alpeggio ma anche la scoperta di un paesaggio montano “naturale” che in realtà è frutto di secoli di lavoro da parte dell’uomo. Mantenere gli alpeggi per proteggere la montagna è un’altra delle tante chiavi di lettura del bel libro di Marzia Verona, torinese di nascita ma valdostana di adozione, appassionata di montagna e fotografia, studi universitari in Scienze Forestali e Ambientali, autrice di “Vita d’alpeggio” (Blu Edizioni, 2006), “Dove vai pastore?” (Priuli&Verlucca, 2006), “Di questo lavoro mi piace tutto” (L’Artistica Editrice, 2012), il romanzo “Lungo il sentiero” (L’Artistica Editrice, 2013), la raccolta fotografica “Pascolo vagante 2004-2014” (L’Artistica Editrice, 2014), il saggio “Storie di pascolo vagante” (Laterza Editori, 2016), “Capre 2.0 Una tradizione antica che torna attuale” (Blu Edizioni, 2017). A quest’ultima sua fatica in cui la piccola casa editrice ai piedi del Monte Rosa ha creduto con forza, occorre augurare il migliore successo e sperare che possa rappresentare un modello per altre future ricerche sull’argomento. Anche per il bene della montagna.  (Ser)

www.monterosaedizioni.it

Per informazioni: lolivelli@monterosaedizioni.it

Gli itinerari hanno come meta gli alpeggi più caratteristici, panoramici e interessanti.

Commenta la notizia.