L’8 marzo di Celina, topolino delle nevi
Ai quinti Giochi invernali di Sankt Moritz nel 1948 si classificò quarta nella discesa libera, quattordicesima nello slalom speciale e quarta nella combinata. Compie 98 anni l’8 marzo 2018, festa della donna, Celina Seghi, la ragazza abetonese dal fisico minuto battezzata “topolino delle nevi” vincitrice di una medaglia iridata e del maggior numero di medaglie ai Campionati italiani nella storia dello sci alpino. Non si può pretendere che alle giovani generazioni di sciatori il suo nome dica granché, eppure Celina divenne nel dopoguerra un’immagine familiare non solo agli sciatori appassionati, e molto più di quanto non lo sia, oggi, la bergamasca Sofia Goggia dominatrice delle recenti olimpiadi coreane.
Dire che esista qualche analogia tra Celina e Sofia sarebbe però improprio. Sofia si presenta fisicamente robusta e potente, capace di esprimersi ad alto livello in tutte le discipline dello sci alpino eccetto lo slalom speciale. Viceversa, era soprattutto tra i paletti che nonna Celina, alta solo 1,52 per appena 40 chili, eccelleva con le pesanti travi di legno su cui si destreggiava da quell’intrepido topolino che era. Ai VI Giochi olimpici invernali di Oslo 1952 fu 15ª nella discesa libera, 7ª nello slalom gigante e 4ª nello slalom speciale. Vinse il suo ultimo titolo nazionale nel 1954 in slalom gigante.

Appesi gli sci al chiodo, Celina ha sempre vissuto con brio il clima di leggenda che si è creato intorno a lei. Toscanaccia dell’Abetone, ha condiviso la sua fama con altri grandi sciatori concittadini, glorie come Zeno Colò, Vittorio Chierroni, Alessandro e Olinto Petrucci, Rolando Zanni, Paride Milianti. Da segnalare che il secondo dei tre volumi “Italiane”, distribuito negli anni Novanta dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, un libro che passa in rassegna le donne “di maggior rilievo nella storia d’Italia dall’Unità a oggi”, illustra le gesta della Seghi insieme con quelle di di altre due eroine la cui fama è legata alla montagna: Ninì Pietrasanta (1909-2000) e Mary Varale (1895-1963), pioniere entrambe dell’alpinismo femminile.
A Milano c’è chi si ricorda di quando Celina si lasciò festeggiare all’inizio di questo millennio dagli amici del Fior di Roccia in occasione della presentazione di un suo libro autobiografico ormai introvabile. All’epoca veleggiava lieve già verso i novanta. Era corteggiata da tutti noi fiordirocciaini con alla testa Camillo Onesti, radiosa e sorridente come ci piace immaginarla oggi che corre verso il più impegnativo traguardo volante dei cento. Buon 8 marzo, indimenticabile Celina! (Ser)
• L’8 MARZO il progetto LibereInVetta a sostegno della lotta alla violenza nei confronti delle donne viene presentato a Milano nel corso di una serata organizzata dalla Commissione culturale scientifica della Società Escursionisti Milanesi (piazza Coriolano 2, MM5 Cenisio). Partecipano Luisa Busato e Elena Colombo di Telefono Donna Lecco (www.telefonodonna.it), un’iniziativa che, tramite l’ascolto telefonico, offre il suo aiuto alle donne e alle famiglie in difficoltà. Grazie alla Commissione medica del Cai, LibereInVetta sta cercando di creare un progetto sperimentale per promuovere percorsi riabilitativi in montagna per donne coinvolte in episodi di maltrattamenti.