Kurt Lauber a Milano: vi presento il mio Cervino

Buone notizie. Nella parte svizzera del Cervino che rappresenta i due terzi della famosa Gran Becca, il numero degli incidenti è sensibilmente calato. E’ lieto di annunciarlo Kurt Lauber, dal 1995 custode della capanna Hörnlihütte la cui sagoma squadrata troneggia lungo la scabrosa via normale che conduce alla vetta del suo Horu, come la gente di Zermatt chiama il Cervino (mentre Matterhorn è il nome ufficiale in schweizerdeutsch della montagna e il più “visitato” in internet). Lassù a 3260 metri Kurt ne ha viste tante in 22 anni di onorato servizio come custode, soccorritore e guida alpina. E giovedì 1° febbraio 2018 è lui a raccontarlo e raccontarsi a Milano nella sede della società Escursionisti Milanesi che tiene a battesimo il suo libro “Il custode del Cervino” pubblicato da Bellavite e tradotto da Anna Garbagnati. Aristocratico, fragile, scontroso il Cervino come lo dipingono i poeti? Ciascuno di noi può farsene un’idea dopo avere letto il bel libro di Kurt. E’ di sicuro una montagna perfetta a giudizio del valdostano Hervé Barmasse che trova sempre il modo di scalarlo con inedite prospettive e lo considera un padre. Ma il Cervino, o meglio il Servin come risulta da una carta del 1755, è anche uno spietato ladro di vite. Dal 1865, anno della conquista dell’inglese Whymper costatata quattro vittime e insieme la messa al bando della Regina Vittoria che ne ha proibito la scalata ai suoi sudditi, di morti se ne sono contati 600 a quanto riferisce Paolo Paci, giornalista e scrittore milanese, autore dell’appassionante “Nel vento e nel ghiaccio” dedicato alla storia della Gran Becca e scritto per riscattarsi da un’onta insopportabile: quella di non essere riuscito a raggiungere la cima nei due tentativi finora effettuati.

Kurt Lauber ci fa sapere nel suo libro fresco di stampa che 25 vittime non sono state mai trovate. Il Cervino è fatto anche così, geloso dei suoi orrori. Sotto questo aspetto il libro di Kurt può essere letto come una paurosa ascensione all’inferno e risultare indigesto ad alcuni stomaci. Kurt non fa infatti mistero di un compito ingrato che talvolta gli tocca: il recupero delle salme. L’impegno nel fare il proprio difficile lavoro e, insieme, un certo orgoglio di casta come guida e soccorritore, sono gli aspetti che più illuminano queste pagine. Grazie a una prosa ben calibrata, la vita della capanna considerata la più cara delle Alpi (ma anche quella che meglio, alzando le tariffe, seleziona gli ospiti in modo da ridurre drasticamente l’accesso al Cervino e i conseguenti effetti collaterali) scorre nel libro come su una moviola. La grande bellezza del Cervino, che dalla capanna sembra di toccarlo, giustifica un paio d’ore di scarpinata partendo dall’arrivo a monte della funivia che sale da Zermatt. Ma c’è anche chi sale lassù per godersi in pace un piatto di rösti “fatti in casa”. La capanna, da un paio d’anni ristrutturata, è perfino meta di simpatici cani vagabondi che socializzano con il piccolo Kevin, figlio del custode, e poi spariscono, mentre i gatti non ci stanno a bazzicare la Hörnlihütte al solo scopo di dare la caccia ai topi.

Qua e là emergono ritratti di intrepide guide alpine e coraggiosi piloti di elicotteri pronti e gettarsi in un corridoio fra le nubi per raggiungere gli alpinisti in pericolo e metterli in salvo. Alla marea degli aspiranti summiter occorre dare la sveglia alle 3.30 e quando se ne vanno la capanna è tutta da riordinare, e bisogna farlo in fretta. Il team è affiatato, guai se non lo fosse: interessanti sono le regole che disciplinano il lavoro. Non mancano parentesi cameratesche quando si tratta di riempire i vuoti di un’ondata di maltempo che blocca l’afflusso dei turisti. Kurt Lauber ha occhi e orecchie per tutti e a tutte le richieste d’informazione puntualmente risponde anche se c’è la zuppa da scodellare per un centinaio di esseri famelici. Forse sarebbe stato interessante sapere da lui che cosa si agita nella mente di ciascun alpinista che non esita a mettere in gioco la vita per raggiungere a tutti i costi la cima. Ma a un libro non si può chiedere tutto. (Ser)

Il soggiorno alla Hörnlihütte (qui fotografata all’alba) costa 150 CHF per persona in camerata e 450 CHF in doppia, con cauzione non restituibile di 50 CHF a persona. Nella foto in alto Kurt Lauber, il guardiano del Cervino che dà appuntamento agli appassionati giovedì 1° febbraio 2018 alla Società Escursionisti Milanesi.

 

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