Quel feeling milanese per l’alta quota

Il libro è stato pubblicato per la prima volta nel 2013. Nella foto sopra il titolo le Grigne fanno capolino dietro le infuocate torri di CityLife (ph. Serafin/MountCity)

Oltre trecentomila copie vendute in Italia, primo nelle vendite in Olanda, buon piazzamento in Germania, premio Médicis Etranger 2017, prestigioso riconoscimento francese per la letteratura straniera. Niente male per il libro “Le otto montagne”, edito da Einaudi, con cui Paolo Cognetti, classe 1978, ha vinto in luglio il Premio Strega. Cognetti è tornato nella sua Milano dopo un viaggio in Nepal per Meridiani Montagne e incontra i lettori martedì 5 dicembre 2017 dalle 19 alle 20 alla Libreria Gogol&Company in via Savona 101. Questa volta la presentazione, che si aggiunge alle duecento a cui ha finora partecipato per “Le otto montagne”, riguarda l’uscita della nuova edizione de “Il ragazzo selvatico”, rivista, ampliata rispetto a quella del 2013 e con le illustrazioni di Alessandro Sanna. Il libro viene ripubblicato da Terre di Mezzo, editore nato con un giornale di strada nel 1994 e sempre impegnato nel sociale. E’ un diario autobiografico. Racconta la  crisi dei trent’anni dell’autore. Che si sente senza forze, sperduto, sfiduciato: gli sembra di non andare da nessuna parte. Così lascia la città dov’è nato e cresciuto e se ne va a stare in montagna, in una baita a duemila metri. Qui, nella solitudine quasi totale, riscopre una vita più essenziale e rapporti umani sinceri con i vicini di casa. Che poi i benefici della vita in montagna siano scontati come sembra emergere dagli scritti di Cognetti, è da vedere. Proprio in questi giorni un altro giovane scrittore, Luca D’Andrea, ambienta il suo thriller “Lissy” (Einaudi) in montagna e denuncia sulla Stampa la “feroce solitudine che si nasconde in un maso”.

Nell’intervista al Corriere, Cognetti loda il feeling milanese per l’alta quota.

Con Cognetti interviene in via Savona l’associazione culturale “Gli urogalli”, organizzatrice de “Il richiamo della foresta”, festival di arte, libri e musica in montagna. “Il ragazzo selvatico” di Cognetti si inserisce nel filone letterario che ha per oggetto l’eremitaggio: Thoreau, Tesson, e a suo modo anche Rigoni Stern, sono tutti autori che descrivono il medesimo percorso. Con piacere si apprende intanto in un’intervista concessa al Corriere della Sera il 26 novembre 2017 che i legami di Cognetti con Milano sono sempre solidi nonostante il desiderio di evadere dalla città che è un leit motiv della sua esistenza non solo letteraria. “Milano è una città di pianura con un legame speciale con la montagna”, spiega al Corriere. E aggiunge che Milano ha un feeling particolare per l’alta quota. Una nota lieta, e che a molti giunge nuova, per la città post Expo, e un balsamo sulle ferite sempre aperte, non solo per l’inquinamento, nella metropoli che alza orgogliosamente al cielo i suoi grattacieli. Cognetti annuncia infine che il suo nuovo romanzo sta prendendo forma e che ruota ancora intorno alla montagna. Intanto la rassegna Brescia Winter Film lancia una raccolta di nove “montane/visioni” disegnate da nove artisti con l’hastag #Ottomontagnepiùuna. Una provocazione o una trovata per sfruttare in modo sibillino il successo e la notorietà che Cognetti ha saputo conquistarsi?

Vedi anche: http://libri.terre.it/libri/collana/0/libro/608/Il-ragazzo-selvatico

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