Pagine scelte. Il Ragno delle Dolomiti raccontato da Buzzati

“Dare un senso alla vita” è il titolo di un recente libro che Cesare Maestri non si stanca di promuovere in una serie di conferenze nel Trentino. “Resterà sempre in me questo vento di gelo, questo odore di freddo, questo bianco mantello di neve che ricopre i miei sogni”, sono le parole affascinanti del grande alpinista che ancora una volta si racconta così come aveva fatto in precedenza nei volumi “E se la vita continua”, “Arrampicare è il mio mestiere”, “2000 metri della nostra vita”, quest’ultimo scritto in coppia con la moglie Fernanda recentemente scomparsa. Sfilano nei ricordi del Ragno personaggi come Gino Pisoni, che lo iniziò all’arrampicata, Marino Stenico, Walter Bonatti, Bruno Detassis, Riccardo Cassin, Cesarino Fava, Dino Buzzati, Armando Aste, Carlo Claus, Claudio Zeni, Franco Giovannini, Giulio Gabrielli. Ma anche i suoi familiari, la madre e il padre, il fratello e la sorella, la moglie Fernanda, il figlio Gian e la nipote Carlotta.

Dino Buzzati (1906-1972)

“Sono sempre stato assertore”, annota Maestri, “del principio secondo il quale ogni alpinista dovrebbe essere libero di andare in montagna come più gli aggrada: di giorno o di notte, con i chiodi o senza, per trovare Dio o negarlo, per conforto o sconforto. Così facendo avremmo tante forme di alpinismo quante sono le persone che vanno per montagne e ogni singola forma non dovrebbe precludere o condizionare le altre”. Ora si apprende che ci sarà presto un nuovo libro dedicato all’ottantottenne alpinista e scrittore che vive a Madonna di Campiglio. Risulta infatti che Maestri stia rivedendo le bozze per l’Editrice Rendena del volume provvisoriamente intitolato“Dino Buzzati parla di Cesare Maestri”. Il libro raccoglie gli articoli di Buzzati sul Ragno delle Dolomiti (l’elzeviro sul Corriere dedicato al drammatico salvataggio sul Campanil Basso del secondo di cordata Luciano Eccher rimasto bloccato è un pezzo da antologia), e anche recensioni, presentazioni e testimonianze, lettere degli amici. In primo piano l’enigma irrisolto del Cerro Torre e una riflessione sulla spedizione negli anni Novanta al Shisha Pangma attraverso la quale Maestri volle testimoniare una volontà di pace sulle montagne ai tempi della guerra irachena. Tra le pagine dovrebbe ben figurare anche la lettera che in quella delicata occasione Maestri scrisse al presidente americano Bush.

Cesare Maestri con Fosco Maraini (a sinistra) e Riccardo Cassin e, nella foto sopra il titolo, impegnato nella salita verso Cima Tosa. Ph. Serafin/MountCity

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