Alpeggi d’oro e lupi guastafeste

La notizia, riportata da mountcity.it, che diversi falò sulle Alpi vengono accesi a difesa degli allevatori e dei territori di montagna insidiati dalla proliferazione dei grandi predatori, merita un doveroso approfondimento. Ce ne offre l’occasione Mauro Fattor sul quotidiano Alto Adige in un articolo intitolato “Gli alpeggi d’oro e il lupo guastafeste” da cui si deduce perché il Bauernbund, l’Unione Agricoltori e Coltivatori Diretti Sudtirolesi, uno dei maggiori organi di rappresentanza del ceto contadino di tutta la provincia, si rifiuti di adottare le misure di prevenzione. Il 2 ottobre, a quanto riferisce Fattor, è stato convocato il tavolo tecnico della Provincia sui grandi predatori per fare il punto sulla situazione lupo e orso. Vale la pena di soffermarsi, spiega il giornalista, sul muro alzato dal Bauernbund e certificato dall’assessore Schuler, che ha dovuto ammettere che nessun contadino sudtirolese fino a questo momento ha fatto domanda per avere le recinzioni elettrificate finanziate al 70% dall’ente pubblico.

Come si spiega questo comportamento? La presenza del lupo costringerebbe gli agricoltori a investire parte delle sovvenzioni ricevute nelle misure di prevenzione, nella guardiania e nei cani. Una richiesta è invece quella di scaricare interamente le spese materiali e di personale legati alla presenza dei predatori su un nuovo capitolo di finanziamento pubblico costruito ad hoc poiché quel 70% di finanziamento per le recinzioni viene considerato insufficiente e un’adozione preventiva e generalizzata delle misure di prevenzione non appare economicamente sostenibile. Dietro le proteste e i falò ci sarebbe dunque anche questa rivendicazione, perlomeno questo si deduce.

Occorre per completezza aggiungere che l’eurodeputato Svp Herbert Dorfmann ha spiegato, alla manifestazione organizzata il 3 ottobre dai contadini a Monaco per protestare contro la reintroduzione di lupi e orsi nello spazio alpino, “di lavorare a Bruxelles per ridurre lo status di protezione nell’Ue dei predatori e consentire così a regioni e stati di avere più mano libera nella gestione della vicenda”. “Né lupo né orso”, ha detto il parlamentare”, sono a rischio estinzione e, perciò, una protezione assoluta risulta completamente ingiustificata. Le amministrazioni regionali devono essere messe in condizione di trovare, insieme con i contadini, una soluzione ragionevole alla gestione di lupi e orsi”.

Leggi l’articolo di Mauro Fattor.

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