Bike charger e cuochi stellati. Cambiano i rifugi alpini

Uno dei limiti attuali di tutti i veicoli a propulsione elettrica è la durata della batteria, la cui capacità non è infinita e, perciò, prima o poi si scarica. Chi desidera raggiungere un rifugio adottando la cosiddetta pedalata assistita è dunque meglio che si accerti se la struttura è dotata di bike charger. In tal caso mentre il pedalatore fa il pieno di polenta e camoscio e altri intingoli preparati da cuochi stellati, la bici fa il pieno di energia. I tempi cambiano. Nei rifugi del Cai un tempo ci si accontentava di un minestrone, una pastasciutta o un pomposo “piatto alpinistico” se previsto nel Tariffario ufficiale. Del vino meglio non parlare. Oggi si va in rifugio preferibilmente con il taxi, se il servizio è previsto, e si accontenta il palato prima ancora dello spirito. Quanto al bike charger, nelle Dolomiti è in dotazione in diversi rifugi, ma ben presto il servizio sarà destinato ad allargarsi non solo tra queste montagne considerate patrimonio dell’umanità. Non va dimenticato che l’avanzata delle biciclette a pedalata assistita prosegue implacabile e senza confini e limiti di quota. Le vendite nel 2016 sono cresciute del 125% rispetto all’anno precedente. In molte località – e la Val Badia fa testo in proposito – chi apprezza l’uso della bici in montagna ma non se la sente di affrontare pendenze importanti può approfittare di un servizio di e-bike sharing ormai ben rodato (prezzi a partire da 16 € per due ore e 29€ per mezza giornata). Importante è scegliere percorsi compatibili con la carica della batteria. Talvolta è meglio portare con sé una batteria di scorta o il caricabatterie. In quest’ultimo caso è necessario prevedere una sosta (indicativamente di almeno un’ora) presso un rifugio bar o ristorante dotati del citato bike charger per ripristinare il livello di carica come si fa con i telefonini. Com’è diventata complicata la vita anche in vacanza! (Ser)

Il glorioso rifugio Catinaccio considerato ormai da rottamare. Nella foto sopra il titolo bike charger al rifugio Palmieri alla Croda da Lago, meta ambita di vacanzieri golosi (ph. Serafin/MountCity)

Un pensiero riguardo “Bike charger e cuochi stellati. Cambiano i rifugi alpini

  • 08/08/2017 in 11:26
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    Sempre più viziati dal gourmet e dalla tecnologia “scansa-fatica”… ma dove andremo?

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