Giordani, la “mia” Sud in 319 pagine

Inesauribile è il desiderio di verificare quali siano i suoi limiti… (ph. Serafin/MountCity)

“Contrariamente a quello che accade per tante altre grandi pareti, le vie sulla Sud della Marmolada continuano ad essere non solo tra le mete più ambite dagli alpinisti ma anche tra le più frequentate”, spiega Vinicio Stivanello in Planetmountain. “Tanto che sulla Parete d’argento non mancano mai le cordate. Il motivo di tanto successo? Per scoprirlo basta affacciarsi allo splendido Pian d’Ombretta ed avviarsi verso il rifugio Falier, base privilegiata per raggiungere la gran muraglia. Eccola la solare ed immensa Sud: 1000 metri d’altezza per tre chilometri di favoloso calcare. Insomma tanta buona roccia, come quella dei vostri migliori sogni. Il tutto, ed anche questo fa parte del suo successo, a circa un’ora dal parcheggio di Malga Ciapela”. Si può tranquillamente supporre che il popolo della Sud sia destinato ad aumentare dopo l’uscita nelle librerie, nell’estate 2017, di “Marmolada parete sud” di Maurizio Giordani (Versante Sud, 319 pagine, 32 euro). Sono circa 200 gli itinerari di salita oggi presenti e la maggior parte sono dei veri capolavori, opere d’arte che simboleggiano l’evoluzione in alpinismo, massima espressione di difficoltà, impegno, bellezza. 
Un immenso lavoro di ricerca, di aggiornamento, è quello compiuto dal roveretano Giordani per catalogare con precisione i dettagli di oltre 5000 tiri di corda, con lo scopo di indicare, di accompagnare, di spiegare anche con qualche parola in più del necessario, perché la roccia non è solo roccia, la parete non è solo parete. Giordani 
pratica l’alpinismo dal 1979 e la sua esperienza spazia dalle alte difficoltà delle pareti di roccia e ghiaccio in Dolomiti e sulle Alpi, alle elevate quote dell’Himalaya con migliaia di salite spesso oltre il sesto grado, alle quali si aggiungono centinaia di vie nuove, decine di prime invernali e solitarie, per gran parte di difficoltà estrema.
Guida alpina, appassionato viaggiatore, vanta un’attività di oltre 80 spedizioni in tutto il mondo: ha scalato in altissima quota sul Broad Peak, Gasherbrum II, Cho Oyu, Manaslu e Nanga Parbat, ma ha anche ricercato e salito molte altre montagne difficili in roccia e ghiaccio, dalle vette della Patagonia (Cerro Torre, Fitz Roy, Cerro Pier Giorgio) alle pareti di tutto il mondo, dal Karakorum alla cordigliera Andina, dall’America all’Africa, all’Asia (Monte Kenia, Aconcagua, Muztagh Ata, Golden Peak, Torri di Trango, Torre di Uli Biaho, Torre dell’Ogre, Kedarnath Peak, Baruntse II, Ama Dablam, Mount Cook, Ararat, Damavand, Huascaran, Pico de Orizaba, Elbrus, Kilimanjaro).

Sono circa 200 gli itinerari di salita oggi presenti sulla parete Sud della Marmolada e la maggior parte sono dei veri capolavori, opere d’arte. Nella foto sopra il titolo Giordani in azione sulla Sud.

“Credo che la mia esperienza”, dice Giordani, “sia riconducibile a quella di molti altri alpinisti che come me sono gradualmente maturati nel tempo vivendo l’esperienza emotiva della competizione, quella forse più superficiale del gioco e quella più profonda della ricerca della conoscenza. Ho mosso i primi passi nel mondo dell’alpinismo e dell’arrampicata spinto dal desiderio di mettermi alla prova. Nel periodo di maggiore evoluzione, di grandi radicali cambiamenti dell’alpinismo negli anni Ottanta e Novanta molte barriere caddero e più intenso si fece questo desiderio. Dalle grandi pareti in montagna la sfida si spostò nelle falesie in fondovalle dove rocce di comodo accesso e alte difficoltà fecero spazio alla pura azione sportiva, al gesto atletico per ritornare però rinvigorita sulle grandi pareti. Erano gli anni delle gare di arrampicata a Bardonecchia ma anche delle corse con il cronometro sulle grandi pareti nord, dei concatenamenti di più vie in velocità, della scala allargata delle difficoltà”. Giordani è stato partecipe di questo clima con determinazione, spinto da un inesauribile desiderio di verificare quali erano i suoi limiti. Grazie alla sua caparbietà ha raggiunto traguardi importanti e insperati. E la frenetica attività estrema di quegli anni lo ha portato a entrare nella dimensione del gioco. Non poteva però durare all’infinito. “In alcuni momenti della vita”, dice ancora Giordani, “mi sono sentito indistruttibile, inarrestabile, per ritrovarmi poi a piangere sconsolato, disperato, mentre il mondo intero sembrava cadermi addosso, senza riparo. Dopo avere affrontato 60 spedizioni in tutto il mondo, aperto affascinanti itinerari sulle rocce delle Dolomiti e messo la sua firma in tre libri sulla Marmolada, la sua montagna del cuore, per le edizioni Mediterranee e Versante Sud, Maurizio s’interroga sulla sua grande passione per l’alpinismo ancora lontana dal placarsi anche nelle pagine di “Up”, annuario di alpinismo europeo (Versante Sud, 183 pagine in grande formato, 9.90 euro) in questi giorni di agosto sugli scaffali. Di pagina in pagina Giordani, accademico del Cai, guida alpina, già garante di Mountain Wilderness, socio del Groupe de Haute Montagne francese, racconta di montagne, di difficili scalate, di ardite mete da raggiungere, di avventura e di esplorazione, di viaggi in luoghi remoti, di amicizia, di condivisione…di amore. E non solo. (Ser)

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