Anche questa volta gli è andata bene

Valerio Annovazzi, classe 1958, ha una passione sfrenata per gli ottomila anche se il cardiologo gli ha più volte ripetuto che è matto. E non ha tutti i torti questo medico. Annovazzi ha avuto infatti due infarti, uno 14 anni fa e l’altro invece quattro anni fa. Ma è fiducioso: quelle boccate di aria sottile degli ottomila non possono che giovargli alla salute! Così ha conquistato un anno fa il Manaslu, 8.156 metri, solo e senza bombole di ossigeno, come ha riferito mountcity.it  Gli è andata bene e ha voluto riprovarci perché l’alpinismo, come si sa, si presenta talvolta ai suoi adepti in forma di magnifica ossessione. Nei giorni scorsi ha raggiunto la cima del Gasherbrum II con la spedizione commerciale internazionale dell’agenzia pakistana “Lela Peak expedition”, con lui altre 13 persone, tra cui l’italiano Gianpaolo Corona.

La bella notizia della vetta italiana, si è però tramutata in un incubo per Annovazzi. L’alpinista, sfinito e non più in grado di continuare, è stato infatti lasciato solo soletto dalla sua spedizione al campo 3, a 7.100 metri. A salvargli la vita sono stati i baschi Alberto Iñurrategi, Juan Vallejo e Mikel Zabalza che, saputo della sua situazione, dopo dodici ore di salita hanno raggiunto Annovazzi incapace di muoversi nella sua tendina, risparmiandogli una miserabile fine. E che, dopo averlo nutrito, idratato e avergli somministrato dei farmaci, lo hanno trasferito o meglio calato al campo 2 a 6.500 metri. “Non credo che sarebbe durato un giorno in più”, ha detto al telefono Mikel Zabalza a El Pais. Forse ha ragione il cardiologo. Dai Valerio, non fare il matto! (Ser)

A salvargli la vita sono stati i baschi Alberto Iñurrategi, Juan Vallejo e Mikel Zabalza che, dopo dodici ore di salita, hanno raggiunto Annovazzi incapace di muoversi nella sua tendina.

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