Un premio all’alpinismo “senza compromessi”
Due spedizioni con alcuni importanti punti in comune sono risultate vincitrici del Premio Consiglio consegnato il 27 maggio 2017 a Napoli dal Club Alpino Accademico Italiano in occasione dell’assemblea dei delegati del CAI. Entrambe erano composte da giovani alpinisti (nella foto sopra il titolo i premiati) e sono state considerate a basso impatto ambientale. Si sono svolte in luoghi selvaggi e poco frequentati, con realizzazioni “di pregio alpinistico elevato” e con l’utilizzo minimo di mezzi tradizionali. I premiati sono ex aequo i lombardi Luca Schiera e Paolo Marazzi dei Ragni di Lecco, per la spedizione alpinistica “Rio Turbio 2017” (Patagonia), e i trentini Silvestro e Tomas Franchini, Nicola Binelli e Luca Cornella, per la spedizione “Kishtwar Shivling 2016” (Kashmir Indiano). Ecco l’annuncio dato nel sito del CAAI e la motivazione che significativamente definisce questo giovane alpinismo “senza compromessi”.
Le due spedizioni premiate
KISHTWAR SHIVLING. Nuova ascensione sul Pilastro est del Kishtwar Shivling (5.780 mt, Kashmir Indiano). Si tratta di una zona remota che ha comportato 7 giorni di avvicinamento e la salita ha richiesto un duro bivacco e 22 ore effettive di scalata. La via è stata aperta senza l’utilizzo di spit e sale sfruttando il punto debole della parete su terreno perlopiù strapiombante, con un dislivello di 800 metri ed uno sviluppo di quasi 1000 metri. Difficoltà dichiarate VIII A1 M4+
RIO TURBIO 2017. Obiettivo della spedizione è stata l’esplorazione alpinistica della valle del rio Turbio, situata in Patagonia a circa 150 km a sud di Bariloche. Si tratta in una valle poco esplorata, dove è riuscita la scalata di una big wall di circa 1000 metri, il Cerro Mariposa. Salita con mezzi tradizionali, terreno inesplorato e linea da disegnare, un’avventura completa e totale in angolo sperduto dell’America del Sud. Il rientro in kayak gonfiabili per 80 km sul torrente fino a El Bolsón completa il quadro per un’avventura vera tutta vissuta in autonomia.
La motivazione
Si ritiene che questi giovani alpinisti, già abbastanza conosciuti nell’ambiente, con l’esempio di
queste spedizioni possano ispirare altri giovani a vivere
l’avventura senza compromessi, in sintonia con uno stile
coniato dai grandi accademici del CAI, valorizzando con il sorriso sulle labbra
un po’ scanzonato, tipico dei giovani, quei valori etici e morali del Club Alpino
Accademico, nei quali l’uomo è al centro e con la sua volontà,
preparazione, tenacia e determinazione si spinge fin dove può ai suoi limiti affrontando la
natura selvaggia, accettando i rischi in modo consapevole ma senza compromessi.