Pista di enduro, il Cai collabora!

La lettera al Corriere del sindaco di Bergamo sull’avanzata del “turismo a due ruote”, possibile fonte di cospicui investimenti.

“Pista di enduro con il Cai, è possibile”, titola il Corriere della Sera nelle sue pagine bergamasche, riportando una lettera del sindaco Giorgio Gori su “bici e moto per lo sviluppo della Val Brembana”. Sono passati tre anni dall’accordo del Cai con la Federazione motociclistica italiana, una bozza di protocollo che il Club alpino è stato costretto a rimangiarsi a furor di iscritti. Fu un passo falso, suggerito all’epoca da pessimi consiglieri nell’intento di “inaugurare un nuovo corso di reciproca e produttiva convivenza”. Ma che cosa c’entrano ora le piste di enduro con il Cai? E’ forse scritto nel Bidecalogo che il volontariato debba prestarsi ad agevolare il passaggio dei mezzi motorizzati sui sentieri? Non è forse vero, come ribadisce il presidente generale Vincenzo Torti, che i mezzi motorizzati, già in forza delle attuali disposizioni del Codice della Strada, in particolare dell’art. 2, non possono circolare su itinerari che non sono classificati come strade per la percorrenza di mezzi a motore?

La notizia della pista di enduro “con il Cai” annunciata dal sindaco di Bergamo arriva in questi giorni come una doccia fredda dopo che la Sede centrale del Club alpino ha confermato il 23 maggio “il pieno appoggio alle associazioni alpinistiche dell’area dolomitica nell’esprimere la più netta contrarietà alla 2a edizione del raduno ‘Quad in quota’”. Un’iniziativa motoristica, quest’ultima, da tempo osteggiata con tutti i mezzi legali possibili da Mountain Wilderness e sostenuta, viceversa, da sindaci e albergatori dei Monti Pallidi. E ora ecco l’altra faccia del Cai che cerca di accreditarsi nei paradisi della bergamasca dove le moto invadono da sempre impunite i sentieri. Dove in occasione di una Carovana delle Alpi due bandiere nere sono state recentemente assegnate da Legambiente ai comuni di Bossico e Rovetta, entrambi in provincia di Bergamo “per non avere messo in atto alcuna attività di contrasto al transito abusivo e invasivo dei mezzi motorizzati sui sentieri e le strade agro-silvo-pastorali (VASP) ed avere autorizzato manifestazioni motoristiche che hanno interessato prati e boschi consentendo in tal modo lo sviluppo di una forma di turismo ai limiti della legalità e di raid motoristici fuoristrada”.

Sul Corriere il primo cittadino di Bergamo fa sapere che a Dossena già esiste una pista per i test e gli allenamenti delle moto da enduro. “E’ stata realizzata con grande attenzione e sostenibilità ambientale”, scrive Gori, “con la collaborazione del Cai”. E qui il sindaco avanza la sua proposta sulla cui “sostenibilità” non si possono che esprimere serie riserve. “Visto che il mercato dell’enduro è in forte crescita (circa 25 mila appassionati tra Italia, Austria, Germania e Svizzera) e manca però di destinazioni adeguate, è possibile immaginare di ampliare la pista di Dossena creando un circuito compatibile col contesto naturale, sicuro, controllato, con vari livelli di difficoltà?”. Questo scrive il primo cittadino di una delle città più alpine che si conoscano, dove gli iscritti al Cai sono legioni. In cotale scenario, che si apre non soltanto per la montagna bergamasca, non va dimenticata l’avanzata delle biciclette a pedalata assistita le cui vendite nel 2016 sono cresciute del 125% rispetto all’anno precedente: veicoli motorizzati anche se silenziosi che consentono di affrontare salite prima riservate ai soli pedalatori atletici oltre che, beninteso, ai sempre diffusi utenti del cavallo di San Francesco. Anche su questo mercato fiorente si appuntano le attenzioni della nuova imprenditoria alpina. A qualcuno verrà ancora voglia a questo punto di andarsene a piedi per i prati e i boschi della Bergamasca? Non sarà il caso di cercare altre mete? (Ser)

3 pensieri riguardo “Pista di enduro, il Cai collabora!

  • Pingback: Rivalorizzare la Montagna… con le moto? (Una lettera aperta a Giorgio Gori, sindaco di Bergamo e Assessore Provinciale al Turismo) – Alta Vita

  • 24/05/2017 in 16:22
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    Il business politico è fondamentale per le presidenze bergamasche!
    L’importante è raccogliere consensi e adepti e se c’è un po’ di giro di affari è ottimo per tutti .
    Peccato che la gente non lo capisca bene e a lungo andare di solito ci resti fregata.
    Ma magari qualcuno mi spiega che mi sbaglio.

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  • 24/05/2017 in 15:58
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    Leggere simili notizie resto sempre in “apnea”. Poi, incomincio nuovamente a respirare e mi chiedo se è possibile sopportare queste aggressioni. Oggi, 24 maggio, Papa Francesco ha regalato al presidente degli stati uniti, Trump, l ‘enciclica – Laudato si’ – il suo progetto ambientalista. Una provocazione considerando che Trump non ha mostrato molta disponibilità. Papa Francesco si augura che si posa salvare il pianeta dall’ECOCIDIO. Invece, sempre per IL DIO DENARO, anche le associazioni ambientaliste, fanno finta di NON VEDERE. Eppure il CAI ha una commissione TAM (Tutela Ambiente Montano) che dovrebbe fare barricate e non la sentinella, per difendere l’ambiente.

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