Next generation. Arco incorona lo speleologo “che cambia il mondo”

All’alpinismo italiano nemmeno le briciole nell’annuale appuntamento dei Piolet d’or a Chamonix. Per fortuna un esploratore del sottosuolo, Francesco Sauro, continua a mietere successi in campo internazionale. Domenica 23 aprile 2017 gli viene assegnato il riconoscimento di Best Adventurer durante una serata ad Arco in occasione del Festival internazionale dell’avventura e dell’esplorazione in programma dal 21 al 23 del mese. Con Sauro viene premiato il fotografo inglese Robbie Shone quale Best Storyteller 2017. Alla serata partecipano Manolo e l’ultrarunner Michele Evangelisti. Sauro, classe 1984, è uno degli speleologi più noti al mondo. Geologo e membro dell’Associazione di Esplorazioni Geografiche La Venta, in quasi trenta spedizioni,  ha esplorato grotte e canyon dal Sud America all’Asia Centrale, guidando team multidisciplinari di ricercatori in alcuni dei più remoti angoli del pianeta. Premiato dal Rolex Award for Enterprise per la scoperta di grotte antichissime nelle montagne tabulari del Venezuela, Francesco Sauro si dedica anche all’esplorazione e allo studio di sistemi carsici italiani, dai Monti Lessini alle Dolomiti, è professore a contratto presso l’Università di Bologna e consulente dell’Agenzia Spaziale Europea per l’addestramento di astronauti per future missioni di esplorazione planetaria.

Francesco Sauro

C’è voluta nel 2016 un’iniziativa della rivista Time per scoprire il valore di  Sauro, nativo di Padova, incluso dalla rivista nella lista di 10 leader della “next generation”, giovani che “stanno lavorando duramente per cambiare il mondo”. Time si è concentrato sulle esplorazioni e ricerche condotte da Sauro nelle caverne dei tepui venezuelani e sulla possibilità d’importanti scoperte in questi ambienti che per il loro isolamento possono conservare tracce della evoluzione della vita sul nostro Pianeta. Sauro è noto anche per avere realizzato con il regista Alessandro Anderloni il documentario “L’abisso”. Il film, ancora oggi reperibile in dvd e in You tube (il solo trailer), viene considerato un capolavoro. E’ costato due anni di riprese, con oltre 70 speleologi coinvolti di 19 gruppi speleologici italiani, 30 discese nella Spluga della Preta per un totale complessivo di 11.100 metri di dislivello, 237 ore di ripresa all’interno della grotta, – 800 metri la profondità raggiunta con le telecamere. A questo “vuoto profondissimo” Sauro ha anche dedicato nel 2007 un volume dal titolo “L’abisso” (CDA&Vivalda, 264 pagine+16 tavole fuori testo).

Per informazioni:

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